L'ex premier analizza la sconfitta al referendum e rilancia sulla legge elettorale
Matteo Renzi torna a parlare al Partito democratico. E lo fa all'assemblea nazionale a Roma, dove è stato accolto da una standing ovation. Un momento di confronto, in cui l'ex premier ha toccato tanti argomenti, a partire dal referendum, "straperso", soprattutto al Sud e tra i giovani, per arrivare alla legge elettorale secondo cui, a suo avviso, bisogna ripartire dal Mattarellum. "Confesso che ho avuto voglia di mollare perché i messaggi di chi dice 'goditi i tuoi 41 anni' li capisco", ha detto davanti ai membri del partito.
"Si chiude un anno straordinario, nel senso di fuori dall'ordinario. In pochi avrebbero scommesso sulla vittoria di Trump. Ha vinto la Brexit e perso un'idea di Europa, forse un'idea di Europa troppo imbalsamata che deve essere messa in discussione. Abbiamo, ho perso il referendum ed è chiaro che questo influenza il sentiero dell'Europa", ha dichiarato il segretario del Pd nel suo intervento. Ed è proprio sul referendum che ha voluto tornare, sottolineando che serve "un'analisi dura, spietata, di quello che è successo". Secondo Renzi, l'Italia è arrivata a "un passo dalla terza Repubblica", ma ora "sembra quasi che siamo tornati alla prima, senza in alcuni casi, la qualità della prima". L'ex presidente del Consiglio ha ammesso che sconfitta è stata clamorosa. "Non abbiamo perso, abbiamo straperso. Chi prende il 41% in un referendum è una sconfitta netta", ha proseguito, ribadendo però che le riforme portate avanti dal suo governo "non puzzano" e a suo avviso "resteranno", segnando "la grandezza del Pd e di quello che abbiamo fatto". Una sconfitta, ha sottolineato Renzi, che si è consumata soprattutto "al Sud" e tra i giovani di 30-40 anni. "Il nostro approccio – ha proseguito – non è stato di disinteresse. Ci siamo stati, ma abbiamo sbagliato nel momento in cui abbiamo pensato che potesse essere sufficiente una politica di investimenti e non di coinvolgimenti. Io sono il primo responsabile. Abbiamo avuto un approccio troppo centrato sul notabilato e non sulle forze vive della comunità del Sud". Secondo il segretario del Pd, la sconfitta è arrivata "in casa, nella nostra fascia di riferimento e i gol in trasferta valgono doppio"
Renzi poi è tornato a parlare dell'altro punto spinoso, la legge elettorale, proponendo di ripartire dal Mattarellum: "La proposta sulla legge elettorale c'è. E' la proposta che ha visto la stagione dell'Ulivo ed è la proposta che prende il nome del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Pd c'è, gli altri partiti la accettano?". E poi aggiunge: "Chiediamo a tutte le forze politiche di non fare melina sull'Italicum".
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