Il leader M5S: "Virginia ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico"
Beppe Grillo è iperattivo: si schiera con Virginia Raggi, minaccia di querelare il Corriere della Sera se non rettifica un articolo pubblicato nella giornata di ieri e dice al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella cosa deve fare ora che la Corte costituzionale ha giudicato l'Italicum. "Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico – sottolinea il garante -. Lei è serena e io non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile". E arringa poi sul blog: "La ricostruzione della telefonata pubblicata oggi è totalmente falsa, nonché ridicola. Valuterò con i miei avvocati l'ipotesi di una querela e pretendo un'immediata rettifica via web". Parole che rinfrancano la sindaca al punto che, uscendo dalla Cassazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, Raggi ai cronisti che la inseguono dichiara: "C'è un'indagine in corso, secondo voi a chi devo rispondere: a voi o alla magistratura? Credo di dover rispondere per prima cosa alla procura". E liquida le domande sui rapporti con Grillo con un: "Benissimo, leggete il blog".
La sindaca, in un secondo momento, bolla come "ricostruzioni giornalistiche" l'ipotesi di giudizio immediato nei suoi confronti e ostenta tranquillità anche su Twitter dove annuncia la prosecuzione fino a marzo del piano 'strade pulite' con cui il Campidoglio si propone di ripulire la capitale. Sull'avviso di garanzia ricevuto da Raggi i parlamentari pentastellati si guardano bene dall'esprimersi, complice il post pubblicato ieri mattina da Grillo in cui il garante-leader intima ai 'portavoce' Cinquestelle di non rilasciare interviste tv o mezzo stampa, scrivere post su Facebook o cinguettii su Twitter previa autorizzazione da parte dei tre responsabili della comunicazione: Ilaria Loquenzi per la Camera, Rocco Casalino per il Senato e Cristina Belotti per gli europarlamentari che poi si "coordinano" con lo stesso Grillo e con Davide Casaleggio. Pena richiami e sospensioni: "non si fanno sconti a nessuno".
Una stretta giudicata "antitetica al Movimento delle origini" da un ex M5S come il sindaco di Parma Federico Pizzarotti da due giorni a Roma per un appuntamento con l'Anci. "E' evidente – sostiene Pizzarotti – che si va verso fine legislatura e si deve essere 'fedelissimi' per venire ricandidati ed essere inseriti nelle liste. E' altrettanto evidente che uscire adesso con certe dichiarazioni può essere svantaggioso.
Comportamenti come questi sono l'antitesi di un movimento orizzontale che avrebbe voluto cambiare le cose e non uniformarsi". Per il sindaco di Parma con lui e Raggi sono stati usati "due pesi e due misure" ad personam. "Con noi – spiega Pizzarotti – si è voluta colpire la libertà di opinione" dentro il Movimento 5 Stelle. E non è il solo a lamentarsi del doppiopesismo, c'è anche la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo. E tre consiglieri comunali di Genova abbandonano il M5S. Sono Paolo Putti, Mauro Muscarà e Emanuela Burlando in quanto "il Movimento è cambiato".
Grillo intanto va oltre e scalda i motori per quell' "obbiettivo 40%" che non vede poi così lontano: in serata pubblica sul blog una lettera aperta al Capo dello Stato. "A questo punto delle due l'una: o scioglie immediatamente le Camere – dice Grillo a Mattarella – o esorta tutte le forze politiche a seguire il MoVimento 5 Stelle nella rotta anche da lei indicata e applicare il Legalicum al Senato, in modo da avere un'armonizzazione effettiva delle leggi elettorali tra le due Camere". Insomma, Grillo prova a staccare la spina al governo Gentiloni come Matteo Renzi fece con Enrico Letta nel 2014. "Presidente – è l'appello di Grillo -, il Paese è arrivato al limite della sopportazione. Questo governo è completamente immobile, così il Parlamento. Non si può andare avanti così, Presidente. Credo di interpretare in questo modo la voce del popolo. Quella non sbaglia mai".
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