"In Europa siamo ultimi per crescita, quartultimi tra i 30 Paesi più industrializzati. Sono cresciute gravemente povertà e diseguaglianze"
No al voto anticipato, ma "l'obiettivo resta la discontinuità con la stagione renziana". Parola di Massimo D'Alema, che in un'intervista a Repubblica spiega che "l'idea di precipitare verso elezioni anticipate con una legge proporzionale, con prospettiva certa di ingovernabilità, è una scelta folle. Con quale progetto? Con quale ipotesi di alleanze?". Le ragioni del suo no alle urne: "La situazione del Paese è gravissima. I dati sullo spread dimostrano che ogni incertezza internazionale ha un effetto immediato sull'Italia. In Europa siamo ultimi per crescita, quartultimi tra i 30 Paesi più industrializzati. Sono cresciute gravemente povertà e diseguaglianze. Drammatica è la frattura tra Nord e Sud. Il meccanismo di crescita dell'occupazione, sostenuto dagli incentivi, si è inceppato. La priorità del governo oggi dovrebbe essere dare risposte alla crisi". Altrimenti, "finirebbe con lo spread a 400". "Renzi non può essere la guida adeguata di un nuovo centrosinistra", rimarca D'Alema, che ammonisce: "Non ci si rende conto che siamo seduti su una polveriera".
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