L'ex presidente del Consiglio formalizza dimissioni. Parte il countdown per il Congresso: dovrà concludersi entro 4 mesi
"Non è che usciamo dalla sala con le bandiere rosse in mano". Pier Luigi Bersani prova a scherzarci su, ma per quella che è stata la sua 'ditta' è il giorno più duro. Renzi si è dimesso dando avvio il congresso e la scissione è ormai praticamente cosa fatta. In assemblea il primo, e unico dei bersaniani, a prendere la parola è Guglielmo Epifani. "Bisogna fermarsi. Se fossi stato io il segretario avrei convocato i tre candidati e avrei cercato di capire. Il segretario mi pare invece abbia deciso di tirare dritto: è un errore", sentenzia. Il percorso sembra ormai tracciato. L'appello di Walter Veltroni che invita il partito a stare unito ("c'é bisogno di voi. Se la prospettiva è il ritorno ad un partito che sembra la Margherita e a uno che sembra i Ds allora non chiamatelo futuro, chiamatelo passato, perché quello è il nome giusto", dice) raccoglie solo smorfie malinconiche. Nico Stumpo e Davide Zoggia sperano ancora nella replica di Renzi – che non arriverà – ma parlano già di future riunioni per organizzare il da farsi.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata