"Non siamo i primi della classe, ma non accettiamo lezioni"

"L'Unione europea deve essere in grado di saper risorgere dalle proprie sconfitte". Cita Altiero Spinelli, uno degli europeisti più influenti, il premier Paolo Gentiloni, nel suo intervento al Senato, alla vigilia del Consiglio europeo di domani e dopodomani a Bruxelles.

In Europa, gli interlocutori dell'Italia talvolta mostrano "due diverse rigidità: una inamovibile, quando si parla di virgole e di bilanci, e una distratta, quando si affrontano questioni di principio come la condivisione degli impegni sui temi migratori", rimarca Gentiloni. Questi colpiscono particolarmente "i Paesi che la geografia ha messo in prima linea", come Grecia e Italia.

"Non siamo i primi della classe, ma non accettiamo lezioni", sottolinea il premier, aggiungendo che "fa parte del nostro impegno europeo" "correggere le politiche dell'Unione" sull'economia e rendere le istituzioni di Bruxelles "più presenti in termini di sicurezza e di difesa". "A Bruxelles deve essere chiaro che le riforme non solo non si sono fermate, ma non hanno minimamente rallentato il loro corso. Chi svolge la propria attività alla Camera e al Senato lo sa bene".

"Siamo favorevoli a percorsi di integrazione" e "livelli di integrazione differenziata" nell'Unione europea, spiega il premier. E sottolinea che l'Europa a centri concentrici è "sostanzialmente di un riconoscimento di un dato di fatto".

Le celebrazioni per l'anniversario dei trattati europei, con culmine il 25 marzo prossimo a Roma, faranno dell'Italia un cantiere europeo ed europeista, aggiunge Gentiloni. "Credo che avremo molte occasioni nei prossimi giorni: l'Italia sarà un cantiere con incontri tra i sindacati parlamenti, tra i think tanks".

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