"E' evidente che non possiamo stare fermi di fronte alle sfide che l'Ue ha. E se l'Ue si muove non si può muovere alla velocità del vagone più lento". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni, riferendo i contenuti dei lavori del vertice di Bruxelles. "Quindi – ha aggiunto – chi ha una minore disponibilità a politiche di integrazione va assolutamente tenuto a bordo, rispettato, deve continuare a essere membro a pieno titolo dell'Ue, ma questo non può impedire a Paesi che vogliono scegliere un passo più veloce di poterlo fare. E' quello che abbiamo già fatto sulla moneta e su Schengen. Ora dobbiamo farlo in risposta alle sfide che avremo nei prossimi anni".
"Se restiamo vincolati – ha proseguito – all'idea che si può avere maggiore integrazione solo a 27, il rischio è che non facciamo passi avanti". L'Ue a più velocità, ha continato, "certamente comporterà sfide sul piano istituzionale. Non sono cose che risolviamo con la dichiarazione di Roma e forse neanche nei prossimi mesi. L'importante è che si accetti l'idea che questo non è un modo di scegliere Paesi rispetto ad altri, ma di consentire a qui vuole fare più velocemente e convintamente un percorso di farlo".