Un 'ritorno a casa' per rilanciare l'idea di Partito democratico nel luogo dove, nel 2007, Veltroni si candidò alla guida del partito

Tutto è pronto nel padiglione 1 di Lingotto per l'avvio della campagna congressuale di Matteo Renzi. Gli iscritti hanno cominciato a entrare sulle note di La La La di Enzo Rubino, Human di Rag'nBone Man e Strada facendo di Baglioni, Amara Terra Mia di Ermal Meta. Dodici le sale, una per ciascun laboratorio tematico, colore di fondo il verde che compare anche nel manifesto della kermesse 'Lingotto'17 tornare a casa per ripartire insieme'.  Presenti in prima fila il tesoriere Pd, Francesco Bonifazi, Piero Fassino e Sergio Chiamparino. Arrivato anche il presidente Pd, Matteo Orfini e il deputato Andrea Marcucci. L'ex segretario Ds e il presidente della Regione Piemonte si sono fatti scattare foto insieme e stringono mani agli iscritti alla kermesse renziana. Tra i parlamentari anche le piemontesi Silvia Fregolent e Paola Bragantini ed Emanuele Fiano. Molti i politici torinesi e regionali presenti: dal  segretario Pd regionale Davide Gariglio al presidente del Consiglio piemontese,  Mauro Laus.

 "In quanto presidente reggente ci tenevo a essere qui perché Renzi è il candidato che voterò. Dobbiamo discutere con la nostra gente. Non è immaginabile che dopo il congresso ci sia un congresso permanente" ha sottolineato Orfini.
 

VIA ALLA TRE GIORNI La 'remuntada' di Matteo Renzi comincia oggi dal Lingotto: un "ritorno a casa" per rilanciare l'idea di Partito democratico che non sia mera sommatoria di due identità differenti del passato come Ds e Margherita. L'obiettivo è conquistare la segreteria del partito alle primarie del 30 aprile. Metodo: passare dal partito "dell'io a quello del noi". Per questo il ticket con il ministro Maurizio Martina che in un'intervista oggi introduce le due parole d'ordine "profondità – andando a fondo delle questione più delicate – e apertura, nel senso di ascolto e coinvolgimento". La ripartenza dal basso, insomma, da un programma condiviso con la base. Quello che – accusano i critici – è mancato negli ultimi due anni.

A questo servono i dodici laboratori tematici che questa sera dalle 21 cominceranno a elaborare idee e proposte per "ripartire insieme": populismi e democrazia, scuola e capitale umano, diritto di cittadinanza, pubblica amministrazione, welfare e salute, fisco amico, giustizia, Mezzogiorno, cultura, città e territori. Molti di questi argomenti sono già stati toccati nelle linee programmatiche della mozione renziana e tra ieri sera e questa mattina proseguono gli incontri a Torino tra Renzi e Martina per gli ultimi ritocchi. Il popolo democratico che in parte coincide con quello leopoldino chiede al suo leader di "smettere di parlare del passato, di quel che si è fatto" e vuole che si pronunci "su quello che c'è da fare". E  in un colloquio con La Stampa, Renzi rivela: "Ho fatto autocritica e sono tre mesi che giro col capo cosparso di cenere. Ora basta, è tempo di ripartire".

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Il candidato segretario vuole lasciare da parte le questioni giudiziarie relative a Consip e respinge al mittente le accuse al 'Giglio magico', per rivolgere invece tutta l'attenzione al partito che era suo e che adesso deve riconquistare, sfidando candidati del calibro di Andrea Orlando e Michele Emiliano. Oggi prenderà la parola verso le 18 dal Padiglione 1 del Lingotto – colorato, si dice, di rosso e di blu – e si rivolgerà ai tremila iscritti alla kermesse e a quel centinaio di volontari che ieri ha voluto salutare per primi, arrivando a Torino, con un brindisi e parecchi selfie. A loro ha confidato di aver pensato di mollare e ritirarsi a vita privata per cinque anni, ma poi ci ha ripensato: sarebbe stato un gesto "da egoista". Così è tornato nell'ex fabbrica simbolo di Torino, luogo simbolo dove nel 2007 l'allora sindaco di Roma Walter Veltroni lanciava il nuovo partito di governo – il Pd – per "un'Italia unita, moderna e giusta".

IL PROGRAMMA DELLA CONVENTION. In serata verso le 21, dodici seminari tematici. Ci sarà anche il ministro Maurizio Martina con cui Renzi si candida in ticket. Dopo il candidato segretario prenderanno la parola cinque professori universitari e il presidente maltese Joseph Muscat: il sociologo ed economista della Cattolica di Milano Mauro Magatti, il docente di Scienze politiche alla Luiss Sergio Fabbrini, la professoressa associata di Demografia alla Bocconi Letizia Mencarini,il responsabile della direzione studi economici di Edison e professore Marco Fortis, la docente di Etica presso La Sapienza Claudia Mancina – nonché membro del comitato di bioetica – e, infine, il primo ministro di Malta e presidente di turno della Ue Joseph Muscat. La sessione di approfondimento si concentrerà sulle sfide della globalizzazione e dei migranti, sulla questione demografica e le trasformazioni economiche e della società.

L'arrivo dei ministri – riuniti oggi in Cdm- è previsto tra stanotte e domattina, quando prenderanno la parola anche Sergio Chiamparino ed Emma Bonino. Probabilmente domani pomeriggio toccherà a Pier Carlo Padoan. Ci saranno anche la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e i ministri filorenziani da Marianna Madia a Graziano Delrio.

Assenti il Guardasigilli Andrea Orlando, sfidante di Renzi alle primarie, e la titolare del ministero per le Riforme Anna Finocchiaro che lo sostiene. E' prevista anche la presenza, domenica, del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Venerdì sera alle 21 cominciano i workshop paralleli dei gruppi di lavoro tematici.

Domani dalle 9.30 alle 13 il dibattito politico in sessione plenaria, poi di nuovo alle 14.30 i tavoli tematici fino alle 19.30. Domenica alle 9.30 dibattito politico e sintesi dei workshop in plenaria. Chiude Matteo Renzi.
 

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