Al via oggi la convention dove l'ex premier riunisce la sua mozione
"Vorrei partire da quel che succede nel mondo – da Trump, per dire – per arrivare alla Le Pen ed al nostro Paese. L'interrogativo resta lo stesso: il ruolo e la politica di una grande forza di centrosinistra di fronte ai populismi dilaganti. Non esistono risposte semplici: nei tre anni di governo, però, qualcuna abbiamo provato a darla". Così in una intervista al quotidiano 'La Stampa' l'ex premier, Matteo Renzi, riferendosi alla convention del Lingotto a Torino.
"Vorrei fosse chiara una cosa: noi abbiamo peccato di poco riformismo, non di troppo riformismo. Dagli 80 euro in poi, abbiamo fatto tante cose delle quali andare orgogliosi. Poi è arrivata la botta del referendum, della quale mi prendo tutta la responsabilità", aggiunge.
"Però – prosegue Renzi – le dico una cosa: gli effetti negativi del No li misureremo nel corso di anni. Vediamo divisioni, nuovi partitini, ritorni al proporzionale… E potrebbe essere soltanto l'inizio".
NO AI COMPLOTTI. "La mia forza e la mia debolezza sono state lo star fuori da certi ambienti della Roma politico-burocratica: vogliono farmela pagare per i padrini che non ho e non ho mai avuto". L'ex premier ha sottolineato: "Mi viene da ridere -e poi da arrabbiarmi- quando mi accusano di aver messo su un sistema di potere. Ridicolo. Quattro o cinque toscani quarantenni o giù di lì: questo -si chiede l'ex premier- sarebbe il mio sistema di potere? Non male come accusa: soprattutto in un Paese che ha vissuto per vent'anni il clamoroso conflitto d'interessi di Berlusconi e galleggia tutt'oggi su intrecci tra banche ed editoria, credito e politica capaci di fare il bello e il cattivo tempo".
"Noi del Giglio magico siamo fuori dai consolidati blocchi di potere. Capisco che possa non piacere, ma dovranno farci l'abitudine". Renzi aggiunge: "io non vedo complotti, non ci credo: né a quelli dei magistrati né a quelli dei miei avversari politici".
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