Il 30 aprile le primarie per la segreteria del Partito democratico. Renzi: Possibili larghe intese. No di Emiliano e Orlando

Renzi in forma, Orlando la sorpresa ed Emiliano il più sciolto. Per la prima volta si trovano tutti intorno a un tavolo. I tre candidati alla segreteria del Pd affrontano il dibattito negli studi di Sky a Milano seduti uno a fianco all'altro: non ci sono i leggii con gli aspiranti in piedi per agevolare Emiliano, che ha un tendine rotto alla gamba destra. Nel primo e unico confronto televisivo, c'è una scrivania sola ma le divisioni e le distanze non sono mancate.

Emiliano va subito all'attacco, parlando di "un congresso col rito abbreviato". E se Renzi ripete che il giorno dopo il voto, se perderà, si impegnerà a sostenere il vincitore, Emiliano ribatte: "Assolutamente no", e promette battaglia. A riunire tutti, però, è l'appello ad andare a votare ai gazebo di domenica 30 aprile ("Non abbiate paura del Pd, non abbiate paura nemmeno di Matteo Renzi", scherza Orlando).

I distinguo arrivano anche sull'euro. Se "è una follia" pensare di uscirne, perché "l'Italia fuori dall'Europa è niente", dice Orlando, Renzi punta il dito sulle sue carenze: "Così com'è non va bene – sotolinea – non risponde alle esigenze delle persone. Aveva ragione Obama, non Barroso: ci volevano più investimenti. Un'Europa che non sta attenta a ciò che accade tra i popoli e si affida alla burocrazia è un'Europa finita e lo dico con la morte nel cuore". Un punto che scatena la reazione di Orlando che ricorda come questo assetto europeo sia una conseguenza dello spostamento dei governi a destra. "Sono i progressisti che non hanno saputo costruire e lasciato il campo ai tecnocrati", sottolinea. Il discorso scivola sulla famosa bandiera europea sparita alle spalle di Renzi in uno dei suoi interventi sul web. "Io l'ho tolta una sola volta – dice l'ex premier – quando nel giorno del terremoto ci hanno chiesto lo 0,2 per cento".

Su temi etici, tutti felici per la nascita di una nuova legge sul biotestamento. E sempre nell'ambito di scelte 'tri-partisan', anche la bocciatura della proposta avanzata dal fondatore di Microsoft Bill Gates sulla tassazione alle aziende che usano la robotica nella produzione. Sì per Orlando ed Emiliano alla patrimoniale, mentre per Renzi "in questo momento non è una soluzione".

Ultimo spazio per le stoccate grazie al momento delle domande incrociate. Renzi chiede al presidente pugliese un patto di non belligeranza dopo l'esito del voto alle primarie, ma l'appello non è stato accolto. "Assolutamente no, se continui come nei mille giorni farò opposizione costruttiva, eviterò che tu commetta errori. Sei riuscito nell'impresa incredibile di stabilizzare centomila insegnanti e metterteli tutti contro. Non posso farti commettere un errore del genere", ribatte l'altro.

E l'ultimo momento prima degli appelli viene utilizzato da Orlando per chiedere a Renzi di rinunciare a una nuova versione del patto del Nazareno. "Non posso escludere le larghe intese se c'è il proporzionale", replica l'ex premier sottolineando comunque che "lavorerà per evitarlo". Dopo la stretta di mano finale di rito, ognuno prende una direzione differente per uscire dallo studio.
 

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