"Presenteremo entro questa settimana il decreto sui vaccini obbligatori. E' una questione urgentissima. Siamo al di sotto delle soglie di sicurezza. In alcune province italiane il livello di vaccinazione, per certe malattie, è sceso al 77 per cento. Abbiamo dati preoccupanti. C'è persino una recrudescenza di epatite, una malattia che avevamo quasi sconfitto grazie alla vaccinazione". A dirlo Beatrice Lorenzin, ministra della Salute, in una intervista al Foglio. "Con il decreto sui vaccini vogliamo mettere al sicuro tutti i bambini. Anche i figli di quelli che votano per Grillo", aggiunge.
"Dall'inizio dell'anno abbiamo avuto 2.395 casi di morbillo – aggiunge Lorenzin – Peggio di noi, nel mondo occidentale, c'è solo la Romania. E il morbillo è ritenuto dalla comunità scientifica, e dall'Organizzazione mondiale della sanità, come il fattore di maggiore rischio per i bambini. I bambini si ammalano, e poi infettano gli adulti. Sui quali la malattia è durissima. Il decreto dobbiamo presentarlo. E subito. Si è già perso molto tempo". "Alcuni giorni fa al ministero ho ritrovato una nota del 2002 nella quale il capo di gabinetto dell'allora ministro della Salute recepiva degli atti della Direzione generale della prevenzione. In quel documento si criticava la decisione di aver tolto nel 1999 l'obbligo delle vaccinazioni a scuola. Fino al 1999 – sottolinea – chi non era vaccinato non poteva iscriversi. E addirittura alcuni vaccini venivano somministrati dai medici negli stessi istituti scolastici. Noi adesso dobbiamo presentare un decreto che riporti le cose a com'erano prima. Nel '99 prevalse una moda, un andamento politico e culturale, prevalente anche al ministero della pubblica istruzione, che legava la questione dei vaccini alla libertà di cura e riteneva che precludere l'iscrizione ai non vaccinati fosse discriminante e in contraddizione con il diritto allo studio. Ma non è così. E gli effetti di questa scelta li scontiamo oggi". Beppe Grillo chiamava Umberto Veronesi 'cancronesi'? "Se è per questo invitava anche le donne a non fare la mammografia. Ma questi non sono temi di scontro politico. Non possono esserlo, non debbono esserlo. Però se li fai diventare parte del tuo programma e presenti leggi in Parlamento, allora mi preoccupo", risponde.