Oggi il modello tedesco all'italiana affronterà il difficile passaggio del voto degli emendamenti
Quando mancano poche ore all'inizio delle votazioni nell'aula della Camera sulla legge elettorale sembra scricchiolare l'accordo tra Pd, M5S, Fi e Lega. Oggi, infatti, il modello tedesco all'italiana affronterà il difficile passaggio del voto degli emendamenti.
Sono circa 215 le proposte di modifica presentate dai partiti e, viene spiegato, diversi saranno i voti segreti. I mal di pancia riguardano in particolare le proposte del M5S. I pentastellati insistono per inserire le preferenze nelle liste circoscrizionali, prevedere la possibilità del voto disgiunto e arrivare ad avere dei correttivi di governabilità. Beppe Grillo si dice "molto soddisfatto" di quanto fatto fin qui dai suoi: "Stiamo lavorando benissimo", dice, tornato in piazza a Taranto. L'obiettivo è andare subito a votare? "Assolutamente sì", ribadisce, ma poi avverte i contraenti del patto: "Noi trattiamo idee con gli altri partiti, come con chiunque, se sono idee giuste le portiamo avanti. Abbiamo la nostra autonomia e il nostro modo di vedere le cose".
REPLICA GUERINI. Le parole del leader M5S non piacciono molto ai dem. "Crediamo sia da irresponsabili mettere a rischio il percorso della legge elettorale a poche ore dal passaggio in Aula", tuona Lorenzo Guerini. "È indispensabile che l'accordo regga fino all'ultimo, senza sfilamenti, anche parziali – gli fa eco Ettore Rosato – La legge elettorale va in porto esclusivamente se le quattro forze che hanno sottoscritto l'accordo votano tutte a favore e vanno fino in fondo altrimenti l'accordo non c'è più". I voti più temuti sono quelli su preferenze e voto disgiunto, anche se c'è chi non esclude che si voglia approfittare dei voti segreti per "azzoppare" le norme sulle preferenze di genere.
Anche dalle parti di FI aumentano le preoccupazioni sulla tenuta del patto. "Questo accordo istituzionale quadripartito è una grande occasione per avere una legge elettorale condivisa – avverte Renato Brunetta – Il testo che è uscito dalla Commissione deve essere confermato in Aula. Succedessero cose strane o diverse, evidentemente cadrebbe l'accordo, e a questo punto non si farebbe più alcuna legge elettorale e si andrebbe a votare, alla scadenza naturale della legislatura, con le due leggi elettorali venute fuori dalle altrettante sentenze della Corte costituzionale".
NAPOLITANO BOCCIA PATTO A 4. A non gradire affatto il patto a quattro è invece Giorgio Napolitano: "Vedremo i risultati di questa grande intesa di quattro leader di partito che agiscono solo calcolando le proprie convenienze…", tuona il presidente della Repubblica emerito. E non è tutto: "È semplicemente abnorme – scandisce – che il giuoco e il patto extra-costituzionale sulla data del voto sia quasi diventato un corollario dell'accordo tra partiti sulla nuova legge elettorale". L'ex inquilino del Quirinale è da sempre 'tifoso' della scadenza naturale della legislatura e non le manda a dire ai partiti: "E' semplicemente paradossale discutere se possa sprigionare incertezza politica attorno all'Italia, di più l'andare a elezioni anticipate in autunno o all'inizio del prossimo anno", sentenzia.
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