Il segretario Pd presenta il suo libro e affronta diversi temi: "Legge elettorale? Non la puoi fare contro gli altri"
Per Matteo Renzi, il governo Gentiloni arriverà alla fine della legislatura, le dimissioni di Enrico Costa (che il segretario del Pd afferma di stimare) non cambiano molto. Il segretario del Pd ha parlato di governo, di elezioni, di coalizione e di legge elettorale e dii tante altre cose durante l'ennesima presentazione del suo libro "Avanti" che si è svolta a Milano. A intervistarlo il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.
Renzi è partito dal tema dell'antipatia che, ultimamente, sembra suscitare in una parte cospicua degli italiani: "C'è un sacco di gente che vuole cambiarmi il carattere, io voglio cambiare l'Italia. Certe volte leggo il giornale e dico di me: 'Non voterei per questo qui'. Sicuramente devo imparare a fare meglio e la sconfitta del referendum potrà aiutarmi". E ha aggiunto: "Possibile che la sinistra italiana pensi che il problema sia Matteo Renzi e non Salvini o Grillo? Il problema è il Jobs act o chi propone il Venezuela garante in Libia e Di Battista che dice che vuole fare il referendum sull'euro? Davvero il problema a sinistra siamo noi barbari che siamo arrivati semplicemente senza padrini e senza padroni ma per cambiare?".
L'ex premier ha affrontato anche il tema della prossima campagna elettorale: "Io ritengo i prossimi sei mesi un tempo opportuno per andare in mezzo alla gente, coinvolgere e non preoccuparmi della legge elettorale e della coalizione. Per questi temi c'è la segreteria del Pd in cui ho dei collaboratori molto validi. Non ci mettiamo insieme contro qualcuno, chi vuole mettersi insieme contro qualcuno mandiamolo per la sua strada". E sulla legge elettorale: "Decideranno i parlamentari. Non si può fare la legge elettorale contro gli altri partiti. Non puoi fare, anche se hai la maggioranza, una legge a sei mesi dalle elezioni contro Berlusconi o contro Grillo. Diventa un modo per mettere le dita negli occhi in un modo abbastanza astruso".
Come si diceva, Renzi ha parlato delle dimissioni del ministro Costa che oggi ha lasciato il governo Gentiloni per dissidi su diversi temi: "Il ministro Costa è una persona seria, l'ho scelto io e l'ha confermato Gentiloni. Credo che abbia fatto bene ad andarsene nel momento in cui ha detto che sarebbe andato con Berlusconi. È uno di quelli per cui le idee sono più importante della poltrona. Io lo stimo. Non cambia niente per il governo, ma la sua è una scelta di coerenza. Non mi sento di attaccarlo ma difenderemo Gentiloni a spada tratta fino alla fine della legislatura". E sul governo: "Il governo va alla fine della legislatura. Punto. A Gentiloni va la mia amicizia, il mio sostegno e la piena collaborazione perché so che cosa significa fare il presidente del Consiglio. Vorrei che Paolo sentisse l'appoggio del mio partito"
Poi l'inevitabile domanda sul caso Consip: "Le sembra possibile che in questo Paese si possa avere l'ipotesi che ci sia stata una costruzione di prove false? Mi sembra una cosa eversiva. Se mio padre è colpevole – ha aggiunto – è giusto che paghi come tutti gli altri. Secondo quello che risulta a bravissimi magistrati, sembra che qualcuno abbia fabbricato delle prove false contro l'allora presidente del Consiglio. Se pezzi delle istituzioni hanno fabbricato prove false contro il premier in carica, allora questa è una cosa enorme. Ne vanno le regole del gioco. Se questo c'è stato, deve pagare chi l'ha fatto". "Non credevo di essere intercettato con mio padre, perché il reato per cui è indagato non lo prevede. C'è ancora da capire perché ci intercettavano. Ma poi c'è la dimensione umana. Mio padre, che oggi è stato operato al cuore, mi ha scritto: 'Sarei pronto a fare una pazzia'".
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