A Torino, il presidente del Consiglio fa il punto sulla situazione del Paese, nel giorno in cui nuovi dati Inps restituiscono un quadro in chiaroscuro sul mercato del lavoro

"Siamo fuori dalla narrativa di una crisi infinita, disperata, senza prospettiva, ma non siamo fuori dalle conseguenze laceranti che la crisi negli ultimi dieci anni ha avuto". Il premier Paolo Gentiloni sceglie Torino, in una visita dedicata a incontri col Terzo settore, per fare il punto sulla situazione del Paese, nel giorno in cui nuovi dati, quelli dell'Inps, restituiscono un quadro in chiaroscuro sul mercato del lavoro. I toni, ma non è una novità, sono lontani da quelli più trionfalistici del suo predecessore Matteo Renzi.

"Certo compaiono numeri positivi, ma siamo tutti consapevoli che le conseguenze laceranti non siano scomparse", ha rimarcato, "c'è una boccata di ossigeno che arriva dai grandi numeri sull'economia, ma la sfida non è finita". Parte delle conseguenze della crisi, lo riconoscono sia il premier che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che lo accompagna, sono state lenite dall'azione delle realtà del Terzo settore, di cui è stata recentemente approvata la riforma. "Un'opera monumentale", l'ha definita Poletti, che ora deve essere tradotta in "vita quotidiana". La sfida è vincere la povertà, che non si può "pensare di risolvere mandando 'enne' euro a un nucleo familiare"; "non vogliamo che ci siano famiglie che sopravvivono solo perché hanno il sussidio".

Il messaggio, non a caso, viene mandato da Torino, "una delle grandi capitali industriali che ha dovuto fare i conti negli ultimi 20-30 anni con le nuove sfide dell'economia e ha messo in campo strumenti nuovi, imprese anche sociali innovative", ha rimarcato Gentiloni, che ha visitato Etikø, bistrot dell'Opera del Murialdo, realtà nata per dare un'opportunità ai più giovani e valorizzare un consumo etico, il Sermig-Arsenale della pace, accompagnato dal suo fondatore, Ernesto Olivero, dove si è soffermato in particolare sui servizi per i rifugiati, sottolineando che l'integrazione e l'accoglienza sono la via da seguire. E poi la cooperativa Frassati, ispirata al beato, di cui il premier cita la massima "dobbiamo vivere e non vivacchiare", concedendosi una battuta: "Non parlava del governo italiano". "L'Italia sociale è una delle parti migliori di questo Paese, di cui dobbiamo essere orgogliosi", ha rimarcato Gentiloni, pur ammettendo che "nel terzo settore ci sono stati episodi controversi, di corruzione", come quello sul 'mondo di mezzo' nella capitale, ma "quelle degenerazioni non rappresentano la realtà".

Non poteva mancare, durante la visita torinese, uno spazio riservato alle questioni politiche tra l'esecutivo e il territorio. La visita al bistrot Etikø è stata l'occasione per fissare alcuni punti con la sindaca Chiara Appendino, che fa sapere che a settembre ci sarà un incontro col premier "per discutere dei 61 milioni che la Città di Torino aspetta ancora" per le compensazioni Ici-Imu. Presente anche il presidente della Regione Sergio Chiamparino, per parlare del Patto per Torino e degli investimenti che non solo il capoluogo si aspetta da Roma, da siglare entro l'estate, e del triplice G7 Industria, Lavoro e Scienza, confermato per settembre a Venaria reale.

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