Il leader di Forza Italia esclude un governo di larghe intese

No alle larghe intese, la promessa di dire addio alla politica se non otterrà la maggioranza e un attacco inedito ai vertici del M5S. Con la chicca finale del saluto dal predellino dell'auto, storico rimando al lancio del Pdl datato 2007.

Ci sono pochi dubbi: a Ischia è andato in scena un vero e proprio show di Silvio Berlusconi, tornato in campo in prima persona a 81 anni compiuti per lanciare la campagna elettorale in vista delle politiche. Per il leader di Forza Italia la giornata isolana è iniziata in mattinata (dopo il giallo del problema tecnico al motore di un motoscafo) con la visita alla zona rossa di Casamicciola. Qui, nella frazione colpita dal sisma del 21 agosto scorso, ascolta i tanti abitanti che lo attendono e promette la ricostruzione delle case crollate "entro la primavera".

Ma il chiodo fisso è il ritorno a Palazzo Chigi senza un governo di larghe intese da "escludere per storia e ideologia". Con il caschetto antinfortunistica in testa Berlusconi va oltre, spiazzando tutti: "Se non ho la maggioranza io mi ritiro, perché è colpa degli italiani. Se non sanno giudicare chi è capace e chi non ha mai fatto nulla allora significa che siamo un popolo che non merita nulla ma penso che gli italiani avranno buon senso". E magari potrà tornare utile il Rosatellum bis, approvato dalla Camera con il placet di Fi e che potrebbe anche passare le forche caudine del Senato.

Il leader forzista qui sembra ammiccare alla Lega, facendo riferimento a "collegi che saranno assegnati sulla base degli ultimi credibili sondaggi". Nel pomeriggio tutti gli occhi sono puntati sulla convention a Lacco Ameno, organizzata dai vertici campani del partito e con un titolo non certo equivoco: 'Pronti a governare".

Prima dell'intervento di 'Silvio' il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani mette subito in chiaro la situazione: "Noi abbiamo un solo candidato premier ed è Silvio Berlusconi, non esistono alternative. Il centrodestra ha un solo leader vincente, non ci possono essere leader vincenti dentro e fuori Forza Italia al di là di Silvio Berlusconi". Poi, con un ritardo di quasi un'ora sul programma arriva un discorso che mette insieme vecchi refrain(riformare la giustizia, abbassare le tasse), qualche spunto interessante e anche il ritorno alle amate barzellette.

Berlusconi promette di introdurre "il vincolo di mandato in Costituzione" e mette nel mirino il Movimento 5 Stelle. "Sono ribellisti incapaci e a quanto mi hanno detto Di Maio è solo un frontman, Grillo ha già incontrato tre volte Davigo – attacca – io se diventa premier il giorno dopo lascio l'Italia, è un concentrato di odio e invidia". Nella battute finali nessun riferimento all'altro grande amore oltre alla politica, il Milan. Ma l'ex Cav non rinuncia a usare termini 'calcistici', proponendosi come "regista gratis per la revisione scientifica del nostro Paese", data "l'incandidabilità dovuta all'ottimo lavoro svolto dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo". 

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