"Abbiamo scelto una via regolare, pacifica, costituzionale. Il nostro unico interlocutore è il presidente del Consiglio"
"E' una bellissima giornata di sole. Cinque milioni e mezzo di cittadini che ieri hanno scelto di votare ci dicono che per il futuro dell'Italia c'è da sperare e che le riforme partono dal basso nonostante i poteri forti. E' stata una lezione di democrazia per tutta Europa". Esulta il segretario della Lega Nord Matteo Salvini all'indomani del referendum sull'autonomia. "Abbiamo scelto una via regolare, pacifica, costituzionale. La stessa opportunità la offriremo a chi da nord a sud ce lo chiederà: Puglia, Abruzzo, Piemonte, perché no anche Lazio. Non è la vittoria della Lega, è la vittoria di cinque milioni di cittadini", continua Salvini.
"Le richieste di autonomia – dice Salvini – hanno convinto 5 milioni e mezzo di cittadini e su questo Maroni e Zaia hanno mandato totale. Alle prossime elezioni politiche ci saranno due modi diversi di intendere l'Italia: una, quella del centro sinistra che centralizza, due quella della Lega che parte dal basso e dal popolo che ha vinto 5 a 0".
Questa, ribadisce, "non è una battaglia partitica ma di popolo. Cinque milioni e mezzo di cittadini che nel silenzio imbarazzante di Renzi sono andati a votare. Ieri è stata una lezione di partecipazione, di attaccamento popolare alle istituzioni che in Italia non si vedeva da tempo. Stando ai sondaggi la Lega è al suo massimo storico". "E' in linea con quello che accade in tutta Europa: il Repubblica Ceca, in Austria – continua Salvini – Il prossimo turno è quello dell'Italia dove noi ci stiamo attrezzando, a differenza dei 5 stelle che sanno dire solo di no. Meno vincoli stato centrale e meno vincoli europei significa più sviluppo del territorio. Adesso abbiamo venti giorni per passare dalle parole ai fatti".
"Già oggi – spiega il leader della Lega – i governatori sono al lavoro per passare dalle parole ai fatti, ci sono venti giorni per ascoltare le attività associative e territoriali e trovare una soluzione seria per entrambe le regioni. Nostro unico interlocutore è il presidente del Consiglio".
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