Ius soli, Pd rilancia ok entro fine legislatura. Renzi insiste sui vitalizi

La partita è aperta ma i numeri restano incerti

Governo e Pd non intendono considerare chiusa la partita sullo ius soli. L'occasione per riaprirla è la presentazione di un e-book in Senato sul diritto alla cittadinanza dei giovani migranti. E' la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro a mettere le cose in chiaro: "Certo che è possibile" approvare lo Ius soli entro la fine della legislatura, dice, "durante la sessione di Bilancio non lo possiamo fare, ma la mia presenza qui è dovuta al mio attaccamento al tema".

Dello stesso avviso i senatori Pd. "Approvare lo ius soli è doveroso e possibile", è la linea. "E' assolutamente obbligatorio approvarlo – dice Rosa Maria Di Giorgi – dobbiamo riuscire a trovare i numeri in aula e li troveremo. Ne sono sicura. In queste settimane dobbiamo impegnarci per riuscirci". I dem ricordano come nelle scorse settimane sia stato proprio il loro capogruppo Luigi Zanda, "quando altri partiti volevano mettere all'odg la legge senza avere garanzie che fosse approvata" a dire no, ritenendo che portarla in aula senza la certezza dei voti equivaleva ad affossarla. "Oggi siamo convinti in modo abbastanza serio di poter raggiungere il risultato", è il convincimento.

I numeri, tuttavia, restano incerti. "Se ne parlerà a dicembre, dopo la sessione di bilancio, e vedremo come andrà a finire", spiega un senatore. A palazzo Madama c'è poi un'altra partita da giocare. A voler andare fino in fondo, in questo caso, è proprio il segretario Pd Matteo Renzi che ha deciso di mettere il tema all'ordine del giorno della direzione di lunedì prossimo, non volendo lasciare ai cinque stelle in campagna elettorale la battaglia casta/cittadini. "Questa è richiesta che il Pd farà, approvare la legge sui vitalizi – spiega Matteo Orfini – Ci sono alcuni senatori che sono perplessi su questo, tra i quali Ugo Sposetti, ma è una questione difficile da definire come di coscienza. Questo è un punto politico. La direzione deciderà ed è quella la posizione del Pd. Sarebbe incomprensibile un voto in dissenso". Escluse anche possibili modifiche per correggere gli eventuali profili di retroattività (e costituzionalità, secondo Sposetti e altri dem) che la legge contiene. "Se cambiamo, la legge muore", ribadiscono i renziani.