"Le vere bufale le abbiamo al governo", commenta il leader del Carroccio
Il dibattito che si profila in vista della prossima campagna elettorale sembra concentrato sempre di più sul tema delle fake news. Anche i leader dei principali partiti non si tirano indietro, ed è subito scontro a mezzo 'social'. Dopo l'accusa rivolta da Matteo Renzi dal palco della Leopolda su un possibile legame nei codici per la pubblicità tra due siti che sostengono il Movimento 5 stelle e la Lega, Matteo Salvini non perde tempo: "Per me siamo alla follia: che il segretario del partito al governo in Italia si preoccupi di curiosare su Fb o Twitter è da ricovero.
"Le vere bufale le abbiamo al governo", commenta il leader del Carroccio a margine di una conferenza stampa a Montecitorio, per poi rilanciare sui social: "Renzi vuole censurare Facebook. Roba da matti, la vera bufala è lui". Nessuna censura, precisa Renzi (scrivendo su Facebook e Twitter) rivolgendosi direttamente all'avversario leghista. "Mai detto nulla di tutto questo, caro Salvini. Ho solo chiesto di non rilanciare notizie false come stai facendo tu adesso. Se poi ti avanza tempo, puoi spiegare ai tuoi amici e fans che rapporti ci sono tra il tuo team digitale e quello dei Cinque Stelle, ma fallo solo per loro: noi vi abbiamo già sgamato, non abbiamo bisogno di saperlo". Tutto è cominciato con un'inchiesta di Buzzfeed che ha portato alla luce un micromondo di siti internet e account social, molti dei quali in qualche modo collegati fra loro, responsabili di campagne di disinformazione e della pubblicazione delle cosiddette 'bufale': in questi sono emersi anche collegamenti fra siti filo-grillini e filo-leghisti.
Secondo Buzzfeed, i medesimi soggetti riscuotevano i proventi della pubblicità da siti teoricamente scollegati. Il New York Times ha ripreso la notizia sottolineando come in vista delle prossime elezioni l'Italia sia "il punto debole di una sempre più vulnerabile Europa". Sullo sfondo, le possibili ingerenze da parte della Russia, analoghe a quelle che avrebbero condizionato già le presidenziali Usa. "Io non ho mai guadagnato con Facebook", ribadisce Salvini. "Non ho rapporti con quella persona che gestisce quelle pagine Facebook riconducibili a noi o ai Cinquestelle, ma se crede nella Lega e nel M5S è libero di farlo. Ci sono migliaia di profili e pagine Facebook collegati a Salvini e alla Lega, ma non credo c'entrino gli hacker russi. La Lega non ci guadagna nulla – spiega – Io credo che Putin sia un grande uomo di governo perché lo penso, ma non perché mi pagano per dirlo". Il dibattito intanto esce dagli spazi soliti della politica e si consuma direttamente sui social e sulla rete. infatti *_*Quello del M5S è "un network enorme che ha più di dieci milioni di like e raggiunge ogni giorno milioni di italiani nella massima trasparenza ed è composto da persone fisiche facilmente rintracciabili e pubbliche. I giornali e i telegiornali, su input del Pd, parlano da giorni di due pagine Facebook, che non sono assolutamente riconducibili alla comunicazione ufficiale del MoVimento 5 Stelle e gestite da uno talmente grillino (!) che ha gestito anche dei siti della Lega per soldi, che hanno rispettivamente 20.000 e 90.000 like e che sarebbero il motivo del successo della comunicazione web del MoVimento. I numeri parlano chiaro e parlano da soli. Non c'è nulla da aggiungere", tiene a spiegare il Movimento sul blog di Beppe Grillo dopo le polemiche. "Ragazzi, evitare bufale in rete è fondamentale non solo per la campagna elettorale", è il monito finale di Renzi in cui invita Salvini "padre come lo sono io: ripuliamo la rete dalle bufale, senza alcuna censura ma solo rispettando la realtà. Facciamolo per i nostri figli. Poi ci confronteremo in campagna elettorale e litigheremo come sempre, ma prima prendiamoci l'impegno di non rilanciare notizie spazzatura. Nessuna censura, solo educazione e rispetto. Buona giornata a tutti, anche a Salvini".
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