La confessione durante un'intervista a Bruno Vespa sul frate di Pietrelcina. Il premier, che ha vissuto a San Giovanni Rotondo, ricorda: "Riusciva sempre a colpire nel segno"

Nel portafoglio di Giuseppe Conte c'è un'immagine di Padre Pio. Il premier si confessa in un'intervista con Bruno Vespa per uno speciale di Porta a Porta sul frate di Pietrelcina a 50 anni dalla sua morte (il 23 settembre 1968) e a 100 dalla comparsa delle stimmate (20 settembre 2018). Il presidente del Consiglio non ha paura di entrare in una dimensione privata estraendo l'immagine davanti alle telecamere.

Nato in provincia di Foggia a Volturara Appula il capo del governo, prima di venire a Roma per l'università, ha vissuto per anni proprio a San Giovanni in Rotondo dove il padre ha lavorato come segretario comunale, e dove i suoi genitori vivono ancora. Conte è tornato dove ha vissuto la sua adolescenza questa estate a fine luglio in una visita privata per il compleanno del padre. "Tutta la mia famiglia – ricorda- era molto devota a Padre Pio". Un imprinting familiare che è rimasto nell'animo del presidente del Consiglio. "Mi ha insegnato l'umiltà", racconta non senza un briciolo di emozione. Conte che si dice pure "molto colpito" dalle parole usate da Papa Paolo VI sul frate. Non uno scienziato o un filosofo ma "un uomo di preghiera e di sofferenza. Un uomo umile che stava vicino alle persone ed era molto disponibile".

Il premier, il giorno della morte del Santo aveva 4 anni e fu avvertito a casa dal padre. "Ricordo perfettamente quel momento. Mi colpì molto", ricorda. Conte mette poi in luce un altro aspetto del frate raccontatogli dai suoi genitori: sapeva scrutare a fondo nell'animo delle persone che incontrava. "Riusciva sempre a colpire nel segno", dice. Anche con metodi "bruschi" ma dai quali spesso "nascevano anche delle conversioni". Una guida da seguire nella sua vita di tutti i giorni anche e soprattutto ora che siede a Palazzo Chigi. 

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