Salvini: "Un passo avanti per rendere l'Italia più sicura. Se sei condannato in via definitiva è di buon senso toglierti al cittadinanza"

Stop ai permessi umanitari, richieste d'asilo stracciate in caso di condanna di primo grado e di pericolosità sociale. Sono alcuni dei punti principali del decreto Salvini approvato dal Consiglio dei ministri "all'unanimità", come ci tiene a sottolineare il vicepremier e ministro dell'Interno, in cui sono confluiti i due testi inizialmente separati su immigrazione e sicurezza. "Un passo in avanti per rendere l'Italia più sicura", gioisce sui social, ancora dentro palazzo Chigi.

E dopo i dubbi di incostituzionalità sollevati nei giorni scorsi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte assicura: le nuove norme rispondono a "un quadro di assoluta garanzia per la tutela dei diritti fondamentali delle persone e delle convenzioni internazionali a cui l'Italia aderisce, e ai principi costituzionali", e di fatto consistono in un riordino della materia e un allineamento alle disposizioni Ue.

Il decreto, 42 articoli e "parecchi passi in avanti in tema di sicurezza e di diritti dei profughi veri", come spiega Salvini, "ritenuta la necessità e urgenza di prevedere misure volte ad individuare i casi in cui sono rilasciati speciali permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario, nonchè di garantire l'effettività dell'esecuzione dei provvedimenti di espulsione", di fatto abolisce il permesso umanitario "che doveva essere residuale" e invece è stata lasciata "alla libera interpretazione del caso". Sei le fattispecie per cui sarà ancora possibile ottenerlo: vittime di grave sfruttamento lavorativo, vittime di violenza domestica, tratta, calamità naturali, cure mediche, e protagonisti di atti di particolare valore civile.

Inoltre, "via la cittadinanza a chi è stato condannato per reati di terrorismo", dice Salvini. In caso di pericolosità sociale o in caso di condanna in primo grado di un richiedente asilo, questo sarà motivo sufficiente per accompagnarlo in un Cpr e avviarlo alla pratica di espulsione. Il sistema Sprar "continua a esistere limitatamente ai casi di protezione internazionale e dei minori non accompagnati". Il decreto prevede anche l'ampliamento dei reati che provocano la revoca del permesso di rifugiato (violenza sessuale, spaccio di droga, violenza a pubblico ufficiale).

Sul versante sicurezza, arriva la stretta sul noleggio di furgoni che potrebbero essere utilizzati per attentati terroristici, il Daspo per i sospettati di terrorismo, la sperimentazione dei taser da parte di operatori della polizia municipale di Comuni con più di 100.000 abitanti e il potenziamento dell'Agenzia per i beni confiscati. Non è invece nel testo quello che per Salvini è un obiettivo di legislatura: zero campi rom, chiuderli tutti.

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"E' stato il decreto più condiviso, comunicato, modificato e aggiornato nella storia del Governo. Sono contento che ci fossero sia Conte che Di Maio a dare l'imprimatur", ha commentato Salvini. Il testo – anzi i testi – erano attesi già la scorsa settimana in un Cdm saltato all'ultimo momento ufficialmente per gli impegni istituzionali di premier e leader pentastellato. In realtà più di una perplessità era stata sollevata dalla base M5s, con il numero uno del Carroccio convinto a non arretrare su temi su cui ha decisamente messo la faccia.

La soluzione? La lascia intravedere lo stesso Salvini: " sarà sottoposto all'esame del Parlamento che potrà arricchirlo". Conferma il ministro grillino Riccardo Fraccaro: "Il Parlamento sarà centrale come sempre. Contiamo di migliorare il testo il più possibile nel corso del tempo". 

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