I due vicepremier del governo giallo-verde decidono di usare parole durissime contro Bruxelles

Via la cautela, stop alle frasi di apertura: è attacco frontale all'Ue. Nel giorno in cui lo spread supera i 300 punti e soprattutto contro il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. "Parlo solo con persone sobrie che non fanno paragoni che non stanno nè in cielo nè in terra – ringhia nel pomeriggio il leader del Carroccio Matteo Salvini – . Se qualcuno a Bruxelles straparla e rimpiange un'Italia precaria ed impaurita magari per poter comprare sottocosto le aziende che sono rimaste in questo paese usando lo spread per intimorire ha trovato il ministro ed il governo sbagliato". Nel primo lunedì dopo il deficit al 2,4%, Juncker aveva escluso dal campo qualsiasi "trattamento speciale per l'Italia", perché "significherebbe la fine dell'euro. Quindi bisogna essere molto rigidi". Preoccupazione espressa anche dall'Austria e dall'altro commissario Pierre Moscovici, che ha fatto impazzire i mercati e schizzare il rendimento del decennale italiano al 3,44% sul mercato secondario.

DI MAIO RINCARA DOSE. Ecco allora che anche Di Maio rincara la dose e si scaglia contro il 'vecchio' nemico: "Non è adatto a svolgere il ruolo di presidente della Commissione Europea, ormai è evidente. A qualcuno in Europa dà fastidio che l'Italia ha alzato la testa. Ma non ci fermiamo davanti alle minacce". Il suo atteggiamento è mutato, visto che solo quattro giorni fa parlava della volontà del governo di "interloquire e non di scontrarsi" con le istituzioni Ue.

Ora il vento è cambiato e il capo politico del M5S si espone senza mezzi termini: "Voglio ripeterlo ancora una volta: noi non abbiamo nessuna intenzione di non rispettare le regole europee come invece hanno fatto altri Paesi e senza che nessuno fiatasse, ma siamo un Paese sovrano. È evidente che se il 2,4% lo fa il governo giallo-verde ci si arrabbia, se lo fanno altri si fa finta di niente. Devo pensare ci sia un pregiudizio". E a dar manforte al fronte antieuropeista arriva anche uno stretto amico di Di Maio, Alessandro Di Battista. "Temono la forza dell'esempio questi signori fuori dalla storia, temono la forza dell'esempio i funzionari di Bruxelles schiavi dell'alcol e dei diktat di Goldman Sachs, temono la forza dell'esempio questi traditori della sinistra e del Popoli colmi di invidia perché 'noi realizziamo i loro sogni", scrive su Facebook il pasionario M5S ora in Guatemala e pronto a scendere in piazza per 'spiegare' la manovra. Forse non andrà d'accordissimo con l'altro vicepremier Salvini, ma per la crociata anti Ue servirà anche lui. abf/ntl 022130 Ott 2018
 

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