A dividere Saviano e Salvini sono le idee sulle politiche di gestione della sicurezza e dei flussi migratori
Macron invita Roberto Saviano all'Eliseo, un tema ghiotto che infatti né Matteo Salvini, né Giorgia Meloni si lasciano scappare. Usano l'ironia, anche se decisamente puntuta, i due esponenti di centrodestra per commentare l'incontro tra il presidente della Repubblica francese e lo scrittore campano, autore del best sellers Gomorra, diventato anche una fiction venduta e apprezzata in mezzo mondo, ma anche di La paranza dei bambini e Zero zero zero, in cui ha descritto i meccanismi della criminalità organizzata napoletana, i suoi riti orrendi, le sue malefatte e il suo brodo di coltura.
Saviano, però, è anche giornalista e opinionista, e non si è mai tirato indietro quando c'era da 'incrociare le spade' con il potere politico. Più volte ha attaccato esponenti di sinistra e di destra, Matteo Renzi come Silvio Berlusconi, e da quando sono al governo anche Salvini e Di Maio. Addirittura si è spinto fino a definire il responsabile del Viminale il "ministro della malavita". Accusa che gli è valsa una querela, stando a quanto dichiarato più volte dal segretario leghista.
A dividere Saviano e Salvini sono le idee sulle politiche di gestione della sicurezza e dei flussi migratori, terreno minato per chiunque decida di avventurarcisi, sia che calzi gli scarponi del populismo, sia che indossi la tunica bianca dell'osservatore esterno. Sui migranti, però, il vicepresidente del Consiglio ha anche un altro grande 'avversario', proprio quell'Emmanuel Macron che ha voluto incontrare a Parigi lo scrittore italiano, per discutere di politica e cultura, pare. Un'occasione più unica che rara di poter 'impallinare' due piccioni con un solo tweet, per il leader del Carroccio. Che, armato di smartphone e dita caldissime, ha preso la mira e ha scritto: "Saviano promuove il suo libro andando a Parigi ad abbracciare Macron. Chi si somiglia si piglia". Boom: e uno. Ma la parte 'hot' arriva continuando a leggere dopo il punto: "Speriamo solo che Emmanuel non ce lo rimandi indietro come fa con gli immigrati. Liberté, pubblicité, tieniloté…". Ironia che non è andata particolarmente a genio al giornalista. Che infatti gli risponde a stretto giro di posta, sempre via social: "Per esprimere meglio il mio sentimento, chiedo ai napoletani terroni (così ci definiva il ministro della Mala Vita) di tradurle questa semplice frase: 'Salvì, scinnm a cuoll'". Per chi non mastica la lingua napoletana, significa Salvini, lasciami in pace, per non sforare – almeno a livello semantico – il rapporto deficit/Pil della civiltà. Ciò non significa che Saviano rinunci a stoccare: "Ma forse è bene che continui a fare il cialtrone con me, farà meno danni al Paese". Nessuna risposta, invece, al presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che pure aveva proposto a Macron di tenersi l'autore italiano e rimandare in Italia la Gioconda. Sarcasmo o no, è inutile insistere: da quell'orecchio i francesi non ci hanno mai voluto sentire.
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