Il popolo della Leopolda spera in una candidatura di Marco Minniti per la corsa alla segreteria
E il congresso del Pd irruppe alla Leopolda, malgrado Renzi. Infatti, pur avendo l'ex segretario assicurato che nel corso della kermesse il tema congressuale sarebbe stato bandito, ed è stato di parola, mantenendo sul palco il ruolo di show man, nessuno dei politici dem presenti oggi a Firenze si è sottratto alle domande dei giornalisti sul futuro del Pd e sulla corsa alla segreteria.
Tutti concordi nel chiedere che il congresso si tenga al più presto e che segni anche una riorganizzazione del partito, ma abbottonati sulla leadership e sulle ipotetiche date. Anche se, e non è un mistero, il popolo della Leopolda spera in una candidatura di Marco Minniti il quale, presente in platea, a chi gli chiedeva se si sarebbe candidato, ha risposto: "Al momento no", precisando che "sono qui per ascoltare, non per parlare" e che scioglierà la sua riserva sulla possibile candidatura alla segreteria del Pd nei primi giorni di novembre, dopo la conferenza programmatica del partito di fine ottobre a Milano. Immediatamente, in una nota, il Pd ha chiarito: "In riferimento a quanto riportato da alcune agenzie di stampa si chiarisce che la risposta 'Al momento no' di Marco Minniti era relativa alla domanda se avesse deciso o meno di candidarsi. Come ripete da giorni infatti l'ex ministro la decisione verrà presa al momento opportuno". Ma della candidatura dell'ex ministro dell'interno alla Leopolda si è continuato a parlare."Minniti secondo me è una candidatura autorevole, ho avuto già il modo di dirlo, mi fa piacere che sia venuto alla Leopolda. Dopodiché il congresso va fatto, sta al segretario Martina e al presidente Orfini capire i tempi, le modalità. Ci sono delle regole, io sono per il rispetto delle regole, si proceda rispettando le regole nei tempi indicati da esse", ha detto il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci.
Tra i più determinati a chiedere che si celebri il congresso, Roberto Giachetti, che in proposito ha iniziato uno sciopero della fame. "Ci sono sette candidati – ha sottolineato Giachetti -. Avete sentito uno di questi sette candidati dire 'Basta, adesso voglio fare il congresso'?. Non mi pare che ci sia. Quindi ogni volta si cerca di chiamare in causa Renzi anche quando Renzi non c'entra niente. Non lo deve convocare Renzi il congresso, non si deve dimettere Renzi che già si è dimesso". Secondo l'ex ministro dello Sport Luca Lotti, il Pd "deve riorganizzarsi al suo interno, dovrà discutere, parlare. Dovrà anche capire come riorganizzarsi per tornare a stare fra la gente".
Per il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha precisato di sperare in tempi non lunghi per il congresso, "uno degli spunti per il prossimo congresso del Pd sarà quello di aprire questo partito, a forze civiche nuove, serve una grande iniezione di civismo, di società civile attiva". E ha aggiunto: "In un congresso vero, serio, come deve essere necessariamente quello del Pd, non si può solo parlare di segretari: si deve parlare anche di proposte, di progetti, di visione strategica e di valori, altrimenti fermarsi solo ai nomi vuol dire ancora una volta rischiare di perdersi in rivalità personalistiche e in atteggiamenti rancorosi o rivendicativi. se sarà come io credo un congresso vero avremo tante cose di cui parlare". Sul nome del segretario che auspica per il Pd, Nardella ha precisato: "Ho firmato insieme a tanti sindaci per la candidatura di Minniti, che non è certo l'inseguitore di Salvini. Minniti è una persona che ha dimostrato di saper fare certe cose, è coerente. Ciò detto, io stimo Zingaretti: non voglio assistere ad una sfida di pugilato, voglio assistere a un bel confronto su valori, temi e leadership".
Maria Elena Boschi ha sottolineato che "la Leopolda non è una corrente né un congressino" e che "alla Leopolda il congresso non è in discussione", mentre "come Pd avremo la conferenza programmatica la prossima settimana a Milano, e ci sarà un congresso che il segretario Martina dovrà dirci quando sarà". Intanto, sul palco, accanto alla DeLorean di "Ritorno al futuro", la kermesse è andata avanti. Si sono alternati la mattina i sindaci dem, che hanno messo in evidenza le buone pratiche di governo delle loro amministrazioni in tema di sicurezza, accoglienza per i richiedenti asilo, cultura, trasporti, scuola e periferie. Da Roma rimbalzavano le dichiarazioni al vetriolo tra i vicepremier sul condono fiscale. Apprensione sulle sorti del Paese tra quanti affollavano gli ampi saloni dell'antica stazione fiorentina. Ma poi spazio anche alla visione collettiva della finale del campionato del mondo di Pallavolo, con le azzurre impegnate a inseguire l'oro, sfumato al quinto set contro la Serbia.
Applausi alle azzurre e lo show è ricominciato, con Renzi nelle vesti di conduttore di un talk. "Ho realizzato il sogno della mia vita", ha scherzato l'ex premier, seduto dietro un bancone come Fabio Fazio, da dove ha intervistato gli ospiti, tra cui il virologo Roberto Burioni, per parlare di vaccini, la giornalista di Repubblica Federica Angeli, minacciata dal clan Spada, e Paolo Bonolis, con cui la politica è diventata un argomento leggero, con battute come "Salvini e Di Maio sono come le coppie storiche della comicità italiana, come Totò e Peppino, Boldi e De Sica, tengono la logica delle coppie comiche con il tormentone, nel loro caso quello dei migranti" e l'insolito dono fatto all'ex premier di un poncho degli Inti Illimani "così ci resta qualcosa di sinistra".
Prima di lasciare il palco, Renzi ha colto l'occasione per ribadire che "il vero problema del Paese non è il dibattito tra le correnti di un partito ma organizzare il futuro".. Infine, Ivan Scalfarotto ha presentato i comitati di azione civile a difesa di 7 valori fondamentali: Europa contro nazionalismo, crescita contro assistenzialismo, scienza contro superstizione, giustizia contro giustizialismo, vero contro virale, democrazia contro plebiscitarismo, società aperta contro esclusione. I comitati, ha spiegato il deputato dem, "organizzano la resistenza civile con campagne di attacco/difesa ogni qual volta quei 7 valori sono messi in pericolo", e ogni comitato "adotta uno dei 7 valori su cui si concentra in modo particolare".