Sono lontani i tempi in cui i Cinquestelle modificavano il codice etico, chiudevano un occhio per scoprirsi improvvisamente garantisti

Dieci mesi. Dieci mesi di condanna per falso in atto pubblico potrebbero buttare all'aria tre anni e mezzo di esperienza da prima cittadina. L'ora più dura per la sindaca Virginia Raggi è arrivata. Il gotha M5S che tanto l'ha difesa nei mesi scorsi, ora è pronto ad applicare la scure del regolamento nel caso il tribunale di Roma emetta una sentenza di condanna al processo per le nomine in Comune.

Luigi Di Maio non fa sconti: "Per quanto riguarda il sindaco di Roma, io non conosco l'esito del processo, ma il nostro codice di comportamento: parla chiaro e lo conoscete". Parole durissime, quasi più di quelle usate dall'altro vicepremier. "Io spero che venga assolta", ha confidato Matteo Salvini, mettendo così a tacere le voci che danno la Lega in pole per prendersi lo scranno più alto del Campidoglio. Ipotesi non da cassare del tutto se i vertici M5S volessero tornare alle urne. In caso di condanna, Virginia Raggi sarà probabilmente costretta a lasciare il ruolo di primo cittadino. A meno che non abbandoni il M5S e decida di passare al gruppo Misto, sempre che la sua giunta non la molli. In ogni caso, per lei non sarà una vita semplice. Sono lontani i tempi in cui Di Maio e Alessandro Di Battista si schieravano in prima linea a difesa della sindaca. Lontani i tempi in cui i Cinquestelle modificavano il codice etico, chiudevano un occhio o anche due per scoprirsi improvvisamente garantisti.

"Negli atti normativi del movimento nella prassi applicativa l'espulsione non è mai stata applicata, sia Nogarin che Pizzarotti, indagati, non furono espulsi. Pizzarotti fu sospeso perché omise che era indagato", ha dichiarato Raggi in aula. Ma il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e il sindaco di Livorno Filippo Nogarin erano soltanto indagati. E il primo non ha ricevuto un grande trattamento, con una sospensione così lunga per cui alla fine Pizzarotti ha deciso di uscire dal Movimento. Chissà se anche questa volta Raggi dirà, come ha fatto tante altre, "Tranquilli, io non mollo".

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