Il presidente della Repubblica sceglie il biellese per lanciare il suo monito: "Fondi per un grande piano di sicurezza del territorio"

Mentre il Paese è ancora in lutto per le vittime dell'ultima ondata di maltempo e alle prese con la conta dei danni, in attesa dei fondi del governo, che ha stanziato 53 milioni di euro e ne ha promessi altri 200 a breve, il presidente della Repubblica sceglie il biellese per lanciare il suo monito. "Lo Stato c'è, deve esserci e saprà esserci ancora, laddove si manifestassero situazioni di precarietà e di pericolo", rimarca Sergio Mattarella dalla Valle Mosso, dove 50 anni fa l'alluvione fece 58 morti. Tra i presenti anche Dorina Cerri, protagonista di una delle foto simbolo della tragedia del novembre '68, salvata quando era appena una bambina da un carabiniere e rintracciata solo pochi giorni fa. Ma l'attenzione è in particolare ai giorni nostri, con 11 regioni per cui è stato dichiarato lo stato di emergenza, dal Veneto alla Sicilia, dalla Liguria al Trentino, alla Valle d'Aosta, dove il capo dello Stato arriva poi nel pomeriggio. Mattarella sottolinea la vicinanza nei confronti delle comunità colpite, e soprattutto l'impegno.

"Non bisogna lesinare le risorse, vi sia una rimodulazione delle priorità di spesa", è il messaggio, "uno sguardo lungo può evitare la perdita di vite umane. Limitarsi a evocare la straordinarietà dei fenomeni per giustificare la noncuranza è un incauto esercizio di sprovveduti". Occorre recuperare fondi per "un grande piano di sicurezza del nostro territorio", per la tutela ambientale e idrogeologica e la prevenzione.

La vulnerabilità del nostro Paese è ben nota e il capo dello Stato sottolinea come oltre il 15% della superficie sia classificata ad elevato rischio idro-geologico. I danni, solo per gli ultimi anni, sono di almeno 10 miliardi di euro, e la strada non può essere quella "dell'ulteriore cementificazione degli ambienti naturali o dell'indiscriminato uso dei suoli". La politica è chiamata ad avere "saggezza e lungimiranza", ad abbandonare la 'logica' dell'emergenza con disastri naturali più o meno evitabili, perché la "consapevolezza del limite non esime l'uomo dalle proprie responsabilità". Quindi, si evitino "polemiche artificiose o slogan semplicistici". Un'esortazione all'impegno condivisa anche dalla presidente del Senato, in visita nel bellunese, tra le aree più in sofferenza per il maltempo. Di fronte a "statistiche allarmanti", secondo le quali il 91% dei Comuni è in pericolo, Maria Elisabetti Casellati ha proposto l'istituzione di una commissione di indagine perché faccia una mappatura di quelle che sono le zone a rischio.

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