L'ex portavoce della segreteria di Matteo Renzi ha deciso di accettare l'invito arrivato da più parti a fare squadra con il segretario uscente

Maurizio Martina e Matteo Richetti correranno insieme per la segreteria del Pd. Dopo aver girato l'Italia con il suo Harambee, l'ex portavoce della segreteria di Matteo Renzi ha deciso di accettare l'invito arrivato da più parti (l'ultimo era stato 'l'amico' Graziano Delrio) a fare squadra con il segretario uscente. "Piazza del Popolo me la ricordo. Molti mi chiedevano di candidarmi, ma tutti ancora di più ci chiedevano unità", dice. Si tratta di "un gesto di responsabilità", "un sacrificio personale" che "costa molto, non sapete quanto", ammette, ma che mira ad "andare oltre ogni tifoseria, pro e anti".

Il ticket è lanciato. Richetti promette "lealtà e sostegno" e chiede in cambio , "radicalità e coraggio". Martina accetta, ringrazia e si dice pronto. "Siamo somma, non divisione – rilancia – È la dimostrazione che si possono rompere gli schemi per lavorare insieme. Oltre i tatticismi, i veti, le correnti, le convenienze".

La vedono diversamente, però, dalle parti di Nicola Zingaretti. L'ex portavoce di Renzi sostiene il già ministro e vicesegretario di Renzi. "È una scelta che ha il pregio della chiarezza. Con l'arrivo di *Richetti* la candidatura Martina è sempre più in continuità con la stagione renziana", taglia corto Antonio Misiani e di "continuità con il renzismo" parla anche Monica Cirinnà, attirando su di sé le ire dei parlamentari vicini all'ex premier. Nell'entourage del governatore del Lazio (che incassa anche il sostegno di Luigi Berlinguer), in ogni caso, è più che una convinzione si tratti quasi di un'operazione studiata a tavolino per impedire a Zingaretti di raggiungere il 50% più uno dei consensi, quota necessaria – statuto alla mano – per eleggere il segretario direttamente nei gazebo senza demandare l'elezione in assemblea. Sembra naufragare, infatti, quel 'gentlemen agreement' tra candidati per consentire a chi vince le primarie, indipendentemente dalla percentuale raggiunta, di guidare i Dem. A storcere il naso sia Richetti (e quindi Martina) che Minniti, contrari a bypassare lo statuto. "Temono i sondaggi e vogliono ribaltare in assemblea l'esito dei gazebo – si ragiona nella mozione Zingaretti – o fare di Nicola un segretario che non ha la maggioranza in assemblea, che rimarrebbe renziana tra Martina, Richetti e Minniti".

Intanto la commissione congresso ha confermato la proposta di svolgere le primarie il 3 marzo, nonostante i diversi appelli volti ad anticipare la data dei gazebo. Ci si potrà candidare fino al 12 dicembre. Sarà mercoledì la direzione nazionale a prendere la decisione finale.

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