I due esponenti dem: "I gazebo che saranno nelle piazze per scegliere il prossimo candidato alla segreteria verranno anche usati per raccogliere le adesioni per un referendum abrogativo del decreto". L'ex segretario: "Devi fare il ministro, non lo sciacallo". La replica: "Con voi l'Italia stava diventando il paradiso dei delinquenti"
Maurizio Martina e Matteo Richetti lanciano la candidatura in ticket con una proposta per tutto il Pd: "Usiamo le migliaia di gazebo che saranno nelle piazze il 3 marzo per le primarie, non solo per scegliere il prossimo segretario, ma anche per raccogliere le firme per un referendum abrogativo del decreto Sicurezza". L'ex ministro attualmente si trova al terzo posto del podio, preceduto da Zingaretti e Minniti, ma "non ce ne frega nulla di discutere del Congresso come se fosse un referendum su di noi, guardando lo specchietto retrovisore e le percentuali".
Poche chiacchiere, maniche arrotolate e trottare: questo il mood scelto per questa campagna elettorale, che vede insieme due aree distanti della galassia dem, ma che uniscono le forze con un obiettivo comune: "La prossima assemblea del Pd dovrà essere la piazza fondamentale della riscossa democratica, con ambizione di costruire una proposta che parli anche a chi è fuori da questo Congresso". Martina e Richetti (che ha deciso di ritirare la sua candidatura per appoggiare l'ex segretario) scelgono il circolo Italia-Lanciani di Roma, per la prima uscita pubblica. Tra i giovani, con i quali si sono confrontati a lungo sul futuro del partito e sul Congresso. La loro linea è quella di non cedere alla tentazione di alzare polveroni polemici, consuetudine diffusa e quasi naturale nel Pd. Per questo dicono chiaro e tondo: "Non parleremo degli altri candidati, anzi facciamo dei grandi in bocca al lupo a chi proporrà idee alternative alle nostre". L'idea è quella di unire, visto che di divisioni ce ne sono state già troppe. "Presentiamo una proposta che esce dai posizionamenti, dai 'biscotti' e torna a parlare delle sofferenze dei cittadini", sottolinea Richetti: "Mai più un partito che non consente a chi è fuori, estraneo, di avvicinarsi e dare un contributo", perché "tutti abbiamo sentito la piazza gridare 'unità, unità', poi c'è qualcuno che prova a praticarla".
Mentre il Congresso si avvia alla fase più calda, c'è comunque da fare opposizione al governo M5S-Lega. È l'ex premier, Matteo Renzi, via Facebook, a caricare a testa bassa il ministro dell'Interno sulla legittima difesa: "Salvini sta cercando di strumentalizzare la vicenda" di Arezzo, "come ha sempre fatto quando era all'opposizione. Pensa solo ai sondaggi, ma lo paghiamo per preoccuparsi che ci siano meno ladri in giro, più forze dell'ordine in strada, più sicurezza nelle nostre case". Poi l'accusa: "Devi fare il ministro, non lo sciacallo".
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