La maggioranza è in confusione, gli umori in Transatlantico non sono dei migliori e i risultati si vedono in aula
Separati in casa, in cerca del casus belli per far saltare il banco. È questa la fotografia che viene scattata in Parlamento quando ci si avvicina a qualche senatore o deputato della compagine Lega-M5S. I due leader non parlano, Matteo Salvini si è preso un paio di giorni di riposo da dedicare ai figli. Luigi Di Maio, dopo la cena con Giuseppe Conte (che ha riferito dell'incontro con Jean-Claude Juncker) è sparito dai radar.
Gli umori in Transatlantico non sono dei migliori e gli effetti si vedono in aula. La maggioranza è in confusione: prima boccia un emendamento al dl fisco (all'esame della Camera) su cui il governo aveva dato parere favorevole con riformulazione, poi si spacca su un'altra norma, sempre a firma Pd, con il Carroccio che dice 'no' nonostante il parere positivo del governo. I 5Stelle invece approvano. L'idea è che tutti viaggino in ordine sparso, in attesa del 'verbo' dei due leader che indichi la direzione. Il nervosismo insomma regna sovrano, come del resto i reciproci sospetti. A dimostrarlo, l'uso di due questioni di fiducia nello stesso giorno e senza una reale esigenza, sul decreto collegato alla manovra e sul disegno di legge anticorruzione. E' evidente che da ambo le parti domina la paura dello 'sgambetto' per colpire l'avversario.
In casa dei grillini l'osservato speciale, da quando il governo è stato battuto alla Camera sul peculato, è ovviamente lo Spazzacorrotti, su cui il Movimento ha chiamato in piazza i sostenitori il 22 dicembre. Per questo si è reso necessario blindare il testo con la fiducia, evitando così il pericolo del segreto dell'urna e, parallelamente, velocizzare l'iter del dl fisco per liberare l'aula della Camera, che dalla prossima settimana sarà dedicata all'ok finale del ddl anticorruzione, prima dell'approdo della manovra.
I segnali da parte Lega sono di giorno in giorno discordati. La base lumbard lamenta insofferenza col suo leader e spinge affinché si chiuda questa pagina fatta di continui attacchi da parte dei 5Stelle al Carroccio, soprattutto sulla brutta storia dei fondi. Salvini non è certo compiaciuto del comportamento del socio di governo, anzi alcuni lo definiscono 'imbufalito', ma non può essere lui a staccare la spina e non può farlo in questo momento. Anche Di Maio non gode di buona salute politica. Le critiche dal cuore del movimento non si placano e i sondaggi non danno una mano. Per ora il cambio di comunicazione, quello del pugno duro contro la Lega, ha sortito solo l'effetto di una lieve frenata del Carroccio, mentre i 5Stelle continuano a stagnare.
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