L'obiettivo del leader leghista è quello di "riportare tranquillità dentro e fuori dagli stadi". Per raggiungerlo Salvini vuole parlare "con tutti gli interlocutori", comprese le tifoserie organizzate
Matteo Salvini non torna sui suoi passi. Il ministro dell'Interno, come nel suo stile, continua a prendere di petto le polemiche per la calorosa stretta di mano con Luca Lucci, noto capo ultras rossonero che pochi mesi fa ha patteggiato una pena di un anno e mezzo di carcere per droga.
La presenza del vicepremier alla festa dei 50 anni della Curva Sud rossonera ha sollevato un polverone politico. Ma Salvini tira dritto e rivendica la vicinanza agli ultras milanisti: "Sono un ministro che non va solo in tribuna – spiega – sono andato a Atene con un volo low cost Ryanair con i tifosi organizzati del Milan, di cui fanno parte molte brave persone, magari qualcuno che avuto problemi in passato. L'ho fatto, lo rifarei. Mi faccio carico di qualche polemica e non mi tocca. Penso di avere le spalle larghe". L'obiettivo del leader leghista è quello di "riportare tranquillità dentro e fuori dagli stadi". Per raggiungerlo Salvini vuole parlare "con tutti gli interlocutori", comprese le tifoserie organizzate, al posto di "fregarmene, fare altro e andare in tribuna".
In difesa del vicepremier si schiera Giancarlo Capelli, alias 'il Barone', storico esponente della curva milanista. "Conosco Matteo perché veniva in curva nelle Brigate Rossonere da giovane, 20 anni fa", racconta. E proprio sul volo per la sfortunata trasferta di Europa League sul campo dell'Olympiacos è scattato l'invito al Salvini tifoso per le celebrazioni dell'anniversario della curva. Il ministro, specifica però Capelli, "non poteva sapere che Luca Lucci avesse delle pendenze perché loro due non si conoscevano e non si erano mai visti prima della festa della curva". Un Lucci che, a quanto fa sapere il 'Barone' tramite la trasmissione radiofonica 'Un Giorno da Pecora', "è molto dispiaciuto" per l'accaduto. Forse più dello stesso Salvini.
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