Il leghista parte da Varsavia e al leader del partito nazionalista Kaczynski propone "un contratto di dieci punti" per scardinare "l'Ue dei burocrati"

Fotogrammi sparsi da ricomporre per far nascere un grande gruppo antieuropeo delle destre sovraniste e populiste. Matteo Salvini va in Polonia ed inizia da lì ad avvitare i bulloni con i paesi di Visegrad. Parte da Varsavia e dal leader del partito nazionalista, Jaroslaw Kaczynski. A lui propone "un contratto di dieci punti", sul modello del governo giallo-verde, per iniziare a scardinare "l'Europa dei burocrati".

Sono mesi che il capo della Lega è al lavoro per creare un accordo elettorale in vista delle prossime elezioni europee. Un grande gruppo di euroscettici che comprende la francese Marine Le Pen, l'ungherese Viktor Orban e ora anche il leader polacco di 'Diritto e Giustizia' (in polacco PiS, partito di ispirazione conservatrice clericale, contrario alle politiche di Bruxelles).

Di fatto, Salvini scioglie quella 'cortina di ferro' che i governi precedenti avevano alzato con la Polonia, forte del fatto che anche da Varsavia si alza una voce forte e chiara: l'Unione Europea così non piace, l'Ue discrimina, ma – concorda il ministro dell'Interno polacco Joachim Brudziski – da ora cambierà volto. Salvini incontra anche il premier Mateusz Morawiecki con il quale condivide le critiche verso Bruxelles, la necessità di alzare muri dentro e fuori l'Europa e la linea di assoluta intransigenza contro gli sbarchi, dovunque essi avvengano.

Le basi sono gettate, si parte da qui. "Abbiamo iniziato un dialogo, siamo d'accordo sul 90% dei temi", annuncia il capo del Viminale specificando che però non c'è ancora "un testo pronto" su cui lavorare. Durante tutti i discorsi da Varsavia non si parla mai di uscire dall'Ue, anzi. L'idea è di comporre una nuova Unione, con nuove basi "contro i burocrati, i comunisti e i socialisti".

Il "grande sogno" è una nuova "primavera" per il Vecchio Continente, che non subirà certo rallentamenti a causa del fastidio che serpeggia in Polonia nei confronti di Vladimir Putin, amico di Salvini. Gli interessi, non solo economici ma soprattutto politici, sono troppo grandi per interrompere una relazione che sulla carta promette di andare a gonfie vele. L'obiettivo è gigante: essere il primo movimento politico in Europa, "per essere presenti ovunque".
 

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