Tanti i live su Facebook e Twitter dei due vicepremier. Il leghista promette "altri arresti" dopo Battisti. Il pentastellato è a Strasburgo con Di Battista per la campagna elettorale con vista alle Europee
Il bello della diretta (social), o – meglio – la sua esasperazione. Matteo Salvini e Luigi Di Maio ci hanno abituato da tempo a video e foto postati su Facebook e Twitter per arrivare ai loro 'follower' senza alcun tipo di mediazione e comunicare, attraverso gli stessi canali, il menù di pranzo o l'arresto di pericolosi latitanti mafiosi, l'elenco delle cose 'fatte' con la legge di bilancio o la volontà (poi ritrattata) di mettere sotto impeachment il presidente della Repubblica. La frontiera, però, si sposta sempre più in là.
Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno inaugurato la diretta Facebook dalla macchina. I due sono a Strasburgo e lanciano così la campagna elettorale in vista delle elezioni europee. Inarrivabili, si dirà. E invece poco dopo, quando Cesare Battisti ha da messo piede sul suolo italiano da alcuni istanti, sulla pista di Ciampino 'spunta' un tavolo di legno che sembra davvero fuori posto fino a quando viene 'ricoperto' da una trentina di microfoni, pronto per la diretta 'a bordo campo' di Matteo Salvini e Alfonso Bonafede.
L'arrivo dell'ex terrorista dei Pac, oltre che da numerosissime televisioni italiane e straniere, viene ripreso anche da una telecamerina che 'segue' il ministro dell'Interno e trasmette anche un suo colloquio con un dirigente della Polizia. Il quale, quando Salvini si complimenta con lui e rivela "Siamo solo all'inizio", dice: "Ma ce n'è uno, una grande perla, ma abbiamo delle carte da giocare..". Il video in poche ore fa oltre 560mila visualizzazioni. Salvini e Bonafede, con alle spalle gli aerei di linea che continuano a decollare ed atterrare dalla pista, sommersi dai rumori, ringraziano le forze dell'ordine e parlano di "risultato storico".
Circa 8mila persone seguono in diretta, invece, il viaggio dei leader pentastellati verso Strasburgo che poi viene visto da oltre 230mila utenti. Il video inizia con un siparietto che mira a dissipare i presunti malumori tra i due: "Vedete, io mi fido assolutamente di Luigi, anche alla guida", esordisce Di Battista. "Dillo con più convinzione", scherza Di Maio. Poi è l'ex deputato, reduce da un lungo soggiorno in Sud America, a prendere la parola. A lui – mentre il vicepremier è per forza di cose l'anima 'di governo' del Movimento – tocca rimettere i panni (mai smessi, in realtà) 'di lotta'. "Da lontano seguivo le battaglie 2,1 – 2,3% (del rapporto deficit/pil, ndr), mi ha indignato da cittadino italiano – sottolinea – dover combattere in questo modo per ottenere quello che dovrebbe essere il minimo, perché qua o l'Europa si mette in testa che si ricostruisce tutto attraverso i diritti economici e sociali e si cambiano radicalmente alcuni trattati, oppure se crolla l'Ue non è colpa del M5S", avverte. Di Maio lo asseconda e rilancia: "Noi non abbiamo finito qui, dobbiamo fare quota 41 che è il vero superamento totale della Fornero e per farlo abbiamo bisogno che quest'anno, con le elezioni europee, cambino alcune regole europee e allo stesso modo dobbiamo aumentare la platea del reddito di cittadinanza", sentenzia.
Mentre parla, un automobilista gli suona. 'Dibba' lo mette in allerta con la mano. "E' colpa sua, non mia", si difende Di Maio.
"Assolutamente – replica allora il passeggero – Era tedesco peraltro". E giù risate complici. La separazione dei ruoli è plastica anche negli outfit scelti per l'occasione: in giacca come sempre Di Maio, ha un comodo pile da viaggio, invece, Di Battista. Mentre è in corso la diretta da Ciampino, rivela l'eurodeputato M5S Sergio Battelli che è a bordo con loro, il van fa una sosta tecnica per fare rifornimento e non perdere la conferenza stampa. Poi, il viaggio riprende. Di Maio, dopo aver annoverato tra le cose che "lo fanno arrabbiare" il pagamento del pedaggio autostradale, annuncia la volontà di "far sparire il casello, con una tariffa unica". C'è anche un 'piccolo spazio pubblicità': "Tra due ore saremo a Strasburgo – dice il vicepremier prima di chiudere la diretta – lì vi diremo una cosa importante".
La 'notizia' è l'attacco alla sede di Strasburgo del Parlamento europeo che, in quanto "marchetta francese", si dovrebbe "chiudere al più presto". Trattasi, però, di una vecchia battaglia tra i politici di casa nostra. Niente di nuovo, insomma, ma il nemico (sia pur 'riscaldato') è servito. Come una piadina in autogrill.
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