Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza per chiedere la ridiscussione dei testi del 'decretone'. Camusso: "Il reddito di cittadinanza è uno strumento con 'marchingegni complicati'"

Bene la disponibilità ad aprire tavoli di confronto con le parti sociali, ma la mobilitazione è confermata. E il 9 febbraio Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza per chiedere correzioni alla manovra e discutere i "testi formali" del decretone.
Dopo l'incontro dell'11 dicembre e un gelo che si era acuito negli ultimi giorni, a Palazzo Chigi va in scena il secondo round tra i segretari generali dei tre principali sindacati italiani e il premier Giuseppe Conte. Due ore di confronto intense a seguito di una convocazione lampo (e tardiva per la parti sociali), che non diradano completamente i problemi tra le due parti e che avranno necessariamente bisogno di un tris per un confronto più sul merito.

I punti salienti del rendez-vous li riassume Susanna Camusso: "Abbiamo ribadito quanto avevamo illustrato al presidente del Consiglio nell'incontro prima di Natale riguardo le ragioni della nostra valutazione sulla manovra di bilancio con questa convocazione che arriva a posteriori rispetto alla legge di bilancio – ha spiegato la segretaria uscente Cgil – .Ovviamente accogliamo positivamente che ci saranno tavoli e argomenti di confronto e aspettiamo che il governo li attivi concretamente".
Camusso è particolarmente critica nei confronti del decretone, di cui "abbiamo visto solo le slide", con il reddito di cittadinanza descritto come uno strumento con "marchingegni complicati".

Insomma, le contraddizioni restano e anche la leader Cisl Annamaria Furlan non nasconde la preoccupazione: "Oggi la situazione è ancora più complessa, ormai ci sono diverse valutazioni, ultima quella di oggi di Bankitalia, che ci dicono che la recessione è concretamente dietro l'angolo, abbiamo ribadito la volontà di un confronto".

A Chigi c'era anche Carmelo Barbagallo, il più benevolo nei confronti del decretone. Anche il leader Uil, valutando positivamente la convocazione di Conte, spiega come "apprezzeremmo di più che si aprano i tavolo di discussione su tanti temi che abbiamo proposto nella nostra piattaforma". L'attesa dei sindacati è per "le riunioni tecniche che servono perché si possono fare ancora degli aggiustamenti al decretone".

E di correzioni, in attesa della replica del governo, chiede conto anche Confindustria. Il numero uno degli industriali Vincenzo Boccia parla direttamente all'esecutivo: "È inutile continuare con le critiche, occorre andare oltre alla Manovra economica e aprire un tavolo di confronto sull'incremento dell'occupazione del Paese". Il messaggio da parti sociali e imprese è lanciato: dopo la gioia del decretone starà all'avvocato del popolo decidere come rispondere.

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