La risposta del presidente del Consiglio agli attacchi ricevuti in Ue

"Me li aspettavo, gli attacchi. Non prevedevo la scompostezza, le falsità. Ho avuto l'impressione che per alcuni parlamentari europei, il discorso di martedì sia stato un po' il canto del cigno…". Lo dice il premier Giuseppe Conte in un colloquio con il Corriere della Sera, e lo ribadisce a Repubblica, parlando di quanto successo nell'aula di Strasburgo.

Secondo Conte, le persone che lo hanno attaccato "sono figli di forze con una vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza. Ma dispiace solo che per colpirmi siano ricorsi a falsità, tipo che facciamo morire i bambini africani in mare o che difendiamo il venezuelano Nicolás Maduro". Il premier poi precisa che non si candiderà alle Europee per i 5 stelle: "Non mi è stato proposto e non ho dovuto rifiutare niente". Per quanto riguarda l'incontro fra Di Maio e i gilet gialli e lo scontro con la Francia di Macron, minimizza: "Ma vedrete che rientrerà tutto. È già durata troppo a lungo. E poi Luigi ha incontrato i gilet gialli in qualità di capo politico e non di vicepresidente del Consiglio". E il Venezuela? "Noi non appoggiamo Maduro. Chiediamo fin dall'inizio elezioni libere e rapide", dice a Repubblica. Ottimista anche per le prospettive di crescita dell'Italia: "Ma le misure non sono ancora entrate in vigore. E vedrete che quando partiranno allora la crescita ritornerà. Io ne sono convinto. E del resto non siamo qui per favorire un rallentamento dell'economia ma per farla lievitare".

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