L'ex premier, a Torino per presentare il suo nuovo libro, firma la prima di una serie di querele: "E' per Travaglio"
"Sono fiero e orgoglioso di esser figlio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli perché non ho niente di cui vergognarmi, perché conosco i fatti" . Matteo Renzi, a Torino per presentare il nuovo libro, difende i suoi genitori nella prima uscita pubblica dopo gli arresti domiciliari disposti per il padre e la madre. Al senatore Giarrusso "che ha detto che dovrei essere impiccato rispondo che non mi faccio impaurire da questa gente qui. Non ci faranno tacere", dice ancora ritenendo una "vergogna che nessun senatore abbia detto una parola non a difesa mia in particolare ma come senatore per il quale questo signore ha auspicato l'impiccagione". "A uno che vuole tagliarmi la testa – aggiunge – rispondo che ho chiesto al gruppo Pd del Senato di intervenire in aula perché non mi faccio impaurire".
"Noi siamo quelli che restano e non mollano mai", continua Renzi, che ha scelto Torino per firmare la prima delle querele che nei giorni scorsi aveva annunciato avrebbe fatto entro il 22 febbraio: "E' per Marco Travaglio".
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