Parlando ai giovani ad Assisi, il premier affronta i temi dell'immigrazione ("La nostra politica è affidata a un messaggio troppo semplificato e riduttivo") e si augura una fase di ragionamento sul tema della cittadinanza per diritto di nascita nel nostro territorio

La politica dell'immigrazione non è solo la questione degli sbarchi e l'Italia, in questi anni "ha salvato l'onore dell'Europa". Ad Assisi, il premier Giuseppe Conte (l'occasione è la consegna della Lampada della Pace al Re Abdallah II di Giordania, parla ai giovani in un clima non precisamente favorevole alle posizioni estreme all'interno del governo e trova argomenti per alcune aperture. Anche sullo ius soli: "Non è nel contratto di governo – dice il premier – ma mi auguro si apra una riflessione serena senza reazioni emotive".

La politica dell'immigrazione –  "Il fenomeno dell'immigrazione – dice Conte – non può ridursi allo sbarco. Non possiamo pensare che esista solo perchè si accendono dei riflettori massmediatici nel Mediterraneo". Il premier precisa che "l'Italia ha elaborato un programma articolato di intervento: ho individuato dieci obiettivi e stiamo lavorando con i paesi di origine e i paesi di transito. In passato l'Italia e direi l'Europa non hanno assolutamente brillato per quanto riguarda l'efficacia delle risposte. E la ragione per cui oggi in Italia c'è molta intolleranza anche da parte della popolazione è che negli anni scorsi sono arrivati in centinaia di migliaia. Però è un fatto che l'Italia, inserita in un ordinamento sovranazionale quale è l'Unione Europea, è stata lasciata sola. Anche Juncker ha riconosciuto che l'Italia ha salvato l'onore e la dignità di un'intera Europa. Stiamo lavorando perchè uno sbarco in Grecia, in Italia, in Spagna, e Malta sia considerato uno sbarco in Europa e perchè ci sia una solidarietà condivisa". Poi una critica implicita (a Salvini?) sul modo "riduttivo in cui viene veicolata la nostra politica dell'immigrazione. Affidata  ad un messaggio talmente semplificato da risultare fuorviante". "In realtà – spiega Conte – lavoriamo intensamente sulle cause originarie, per assistere i Paesi di origine e di transito, per investire nel capitale umano in modo da creare le premesse per una risposta efficace alla sfida globale, e non solo regionale, posta da tale fenomeno"

Ius soli – Lo Ius Soli "non è nel contratto ma mi auspico che si avvii nelle sedi opportune una riflessione serena, senza reazioni emotive" ha detto Conte ai giovani di Assisi. "Si può anche valutare una prospettiva di nascita sul territorio, con un percorso di integrazione serio", ha spiegato il premier, aggiungendo che "occorre un percorso di integrazione affinché il neonato abbia conosciuto, anche un minimo, i nostri valori comuni. Uno stato sovrano concede la cittadinanza in base a determinati criteri, da noi prevale lo ius sanguinis, se uno nasce da genitori italiani diventa automaticamente italiano. Lo Ius soli apre una prospettiva diversa. E' un criterio che di per sé non vale molto, nascere in un territorio può essere anche una mera occasione geografica. Occorre qualcosa di più, che è mancato per esempio in Italia perché la politica degli anni scorsi con gli sbarchi incontrollati non ha consentito di elaborare una vera politica di integrazione. Questo fa male perché crea paura, diffidenza. Oggi dobbiamo lavorare sull'integrazione". 

Ma Luigi Di Maio frena: "Non comprendo tutto questo trambusto dietro le dichiarazioni del presidente del Consiglio. Conte ha specificato che lo Ius Soli non è nell'agenda Di governo. E lo ribadisco: non è nell'agenda del governo e non sarà dunque una misura che questo governo discuterà, anche perché c'è già una normativa in Italia che regola la cittadinanza". "La riflessione auspicata dal presidente riguarda una sua sensibilità. Legittima, per carità, ma personale", ha precisato.

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