E Giorgio Napolitano invita al voto contro il sovranismo. Il leader di Forza Italia mette nel mirino reddito di cittadinanza e decreto diginità. L'ex ministro dello sviluppo se la prende con "la scena di ieri di Salvini". E Tajani: "Se la Lega non lascia l'alleato, votare per una o pe l'altro è la stessa cosa"
Il giorno dopo Milano e la manifestazione dei sovranisti europei (non riuscitissima) e accolta dal fenomeno (sempre più diffuso, più fantasioso e più pungente) degli striscioni antisalvini, l'opposizione attacca il governo in modo concentrico. Ciascuno lo fa dal suo punto di vista e tenendo conto di quello che potrebbe accadere dopo le elezioni europee. Così Silvio Berlusconi mette nel mirino i provvedimenti tragati M5S (decreto dignità e reddito di cittadinanza), Carlo Calenda se la prende direttamente con Salvini, il presidente emerito Giorgio Napolitano con il sovranismo e Antonio Tajani chiude il cerchio mettendo sullo steso piano Lega e M5S.
Berlusconi – "È gravissimo aver consentito di varare una misura come il reddito di cittadinanza che è una costosa presa in giro per chi è già in difficoltà: i Cinque Stelle avevano promesso 780 euro e invece molti riceveranno meno di 100 euro o addirittura 40 euro al mese. Numerose persone sono già pronte a ritirare la domanda perché hanno capito che il reddito di cittadinanza non risolverà la loro povertà, come millantato da Luigi Di Maio, né li aiuterà a trovare lavoro. È stato davvero grave, aver foraggiato quel mostro che è il debito pubblico per una misura tesa soltanto a comprarsi del consenso elettorale". Così Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, in una intervista a Qn, aggiungendo: "Anche il decreto Dignità non è servito a nulla. Dopo quasi 9 mesi dalla sua entrata in vigore la disoccupazione è rimasta oltre il 10 per cento e siamo tre punti oltre la media europea. Potrei continuare a lungo: un vero e proprio attentato ai diritti costituzionali aver consentito il varo di leggi come quella che introduce il processo a vita, è incostituzionale aver trasformato la presunzione di innocenza in presunzione di colpevolezza, è gravissimo voler annientare il Parlamento con la trasformazione della democrazia rappresentativa in democrazia diretta. Un sistema che consentirebbe a una minoranza organizzata di assumere il potere".
"Sono sicuro – continua Berlusconi – che gli italiani col loro voto daranno il cartellino rosso a questo governo che fa male al Paese. Poi, se non ci fossero i numeri sufficienti in Parlamento per una maggioranza a sostegno del Centrodestra interverranno nuove elezioni che siamo sicuri di vincere con il centrodestra unito" aggiunge. "Al nostro Paese sono state imposte politiche di austerità che ci hanno fatto male, che hanno penalizzato imprese e famiglie. Il nostro primo impegno europeo è proprio quello di invertire questa tendenza. Il tetto del 3% (del rapporto tra deficit e Pil) può essere superato a seguito di un accordo con la commissione europea, ma solo per realizzare un grande piano di infrastrutture, per aprire i cantieri e rimettere in moto il Paese. Oppure per pagare finalmente i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende e dei professionisti che hanno lavorato per lo Stato" conclude Berlusconi.
Calenda – "Scherzi a parte non credo che la politica italiana nella sua pur variopinta storia abbia mai visto scene come quelle fatte ieri da Salvini. Spero che il paese si svegli perché è chiaro che il Ministro degli Interni ha perso il controllo di se stesso". Così su Twitter, Carlo Calenda, candidato alle Europee per il Partito democratico.
Napolitano – "C'è veramente da rinnovare e arricchire la riflessione su che cosa si sia verificato nel processo di globalizzazione, che ha visto innescarsi proprio in questi ultimi anni un enorme disordine internazionale, squilibri e fonti di conflitto quanto mai allarmanti. È un'illusione evidente, un vero e proprio inganno, lasciar credere che possa essere risolutiva e positiva la linea di condotta di quanti esaltano gli Stati sovrani come autosufficienti. Senza la presenza e l'azione della BCE, senza lo scudo dell'euro, sarebbe stato impossibile salvaguardare le basi di ricchezza dei nostri Paesi e i risparmi dei cittadini". Così Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, in un intervista a Repubblica. L'Unione europea è nata aggiunge il senatore a vita "dall'immane disastro della seconda guerra mondiale, in reazione ai nazionalismi e alle tendenze reazionarie, fasciste e di destra che l'hanno provocato. Ogni parte politica non può non attingere a quel patrimonio. In questo senso apparirà in piena luce, lungi da visioni puramente economicistiche, il potenziale politico della sfida e dell'esperienza europea. L'Europa sempre più come sola speranza e via di una nuova nobiltà della politica".
Tajani – L'alleanza con i sovranisti rivendicata in piazza a Milano da Matteo Salvini "non può essere la soluzione ai problemi italiani". Lo afferma il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, in una intervista al Corriere della Sera. Secondo Tajani infatti "stare con loro significa isolarsi, condannarsi all'irrilevanza, non far pesare i propri voti a vantaggio del proprio Paese". "Berlusconi per primo, e dietro di lui io, siamo gli unici rappresentanti di partiti italiani ad avere la leadership, l'esperienza, le conoscenze, i rapporti che servono per trattare e contare in Europa. Gli altri schierano le riserve" attacca. "Noi vogliamo cambiare l'Europa della burocrazia per far vincere la politica, e per farlo dobbiamo avere la forza: per questo siamo per un Ppe alternativo al Pse che guarda anche alla sua destra, e allo stesso Salvini, ma non su queste posizioni. Primo, perché i compagni di strada che si è scelto Salvini sono anti-italiani, sull'immigrazione, sulle politiche economiche; secondo, perché il loro estremismo – con accenti razzisti e anche antisemiti – mette a rischio i valori dell'Europa; terzo, perché solo trattando con Merkel, con Macron, e non litigando e insultando tutti, si ottengono risultati". Salvini continua a dire che non ha alcuna intenzione di far cadere il governo. "E allora significa che votare Lega è esattamente la stessa cosa che votare M5S: non cambia nulla e nulla cambierà. Perché i numeri in Parlamento sono quelli che sono, e la Lega può anche dire che un provvedimento non la convince, ma se è costretta a vararlo, è complice".
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