Scontro Lega-M5S sullo sblocca cantieri. Rinvio al Senato. Salvini dà i 15 giorni alla maggioranza

La questione di un emendamento leghista che, di fatto, annulla per due anni tutto l'apparato di limiti e paletti sugli appalti che dovrebbe garantire dalle infiltrazioni malavitose. Il M5S non ci sta. Dl crescita, slitta l'approdo alla Camera: si valuta questione di fiducia

Sarà il codice degli appalti l'arma di "fine di mondo" sulla quale andrà a incagliarsi definitivamente il governo Conte? Può darsi, ma può anche darsi di no, perché leghisti e M5S polemizzano, si posizionano, aprono front e li chiudono entrambi ormai solo alla ricerca del modo di lasciare il cerino dell'apertura della crisi nelle mani dell'altro. Scene già viste nella prima Repubblica. E, dopo la conferenza stampa di Conte di ieri, i commenti al vetriolo di Giorgetti e i richiami al lavoro di Salvini e Di Maio, questa mattina, appena radio e siti internet si "riaccendono", le polemiche ripartono. E sul fronte "sblocca cantieri-codice degli appalti" si scontrano Salvini e Toninelli. Sullo sfondo, il Senato è costretto a rinviare l'esame del provvedimento al centro della querelle. Lo fa sapere la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati: "Nel corso della giornata convocherò la conferenza dei capigruppo. La seduta è rinviata a mercoledì mattina alle 9.30, con il medesimo ordine del giorno, tranne che venga modificato dalla conferenza dei capigruppo". La richiesta di rinvio è venuta dalla maggioranza (Stefano Patuanelli, capogruppo M5S) a causa della presenza di alcuni "nodi irrisolti". 

E potrebbe slittare ulteriormente anche l'approdo in aula alla Camera del dl crescita. Il provvedimento era atteso mercoledì alle 18, ma la presidente Carlo Ruocco ha annunciato il rinvio di 24 ore. Pertanto il dl arriverà all'esame dell'assemblea giovedì mattina. Visti i nodi ancora da sciogliere, tra cui il Salva Roma e la situazione parallela con lo sblocca cantieri in Senato, il governo sta valutando di porre la questione di fiducia. Il decreto scade il 30 giugno e si trova in prima lettura a Montecitorio.

Giuseppe Conte – Conte, intanto, torna a farsi sentire sull'emendamento leghista, parlando apertamente di "rischio caos": "Ormai è pubblico questo superemendamento degli amici della Lega. E' un emendamento che rimette in discussione tutto un impianto cui abbiamo lavorato per mesi con gli amici della Lega raccogliendo tutte le istanze degli operatori e stakeholder. Ieri ho cercato di capire il perché e il per come di questo super emendamento ma non lo ho capito. E io stesso che faccio il giurista mi rendo conto che rischia di creare il caos". 

Danilo Toninelli – Ed ecco i "nodi irrisolti". "L'emendamento presentato dalla Lega sullo Sblocca cantieri non sta in piedi, anche giuridicamente, è stato bocciato da tutti. Dubito che sia solo un pretesto per creare caos e far cadere il governo". attacca il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, su Radio24. Toninelli si riferisce a un emendamento che la Lega ha presentato ieri (lo ha fatto il sottosegretario Garavaglia) nel vertice sullo sblocca cantieri promosso dal premier. Un emendamento che, praticamente, sospende per due anni l'efficacia del codice degli appalti, con il suo bagaglio di regole e vincoli utili anche ad arginare i rischi di infiltrazioni malavitose. Una roba indigeribile per i M5S. Ma la replica di Salvini arriva a strettissimo giro: "Chiedete a un imprenditore, ma il codice appalti che era nato per semplificare ha semplificato? Se qualcosa non va bene, va cambiato. Noi chiediamo di snellire e accelerare rifacendosi alla normativa europea".

Poi il vicepremier chiarisce: "Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma se tra 15 giorni siamo di nuovo qui a dirci le stesse cose, allora è un problema". E sul vertice: "Sono pronto ad andare in Consiglio dei ministri appena lo convocano, ma si riparta con il fare. Credo alla possibilità di cambiamento di questo Governo, ma si deve lavorare insieme. Molti progetti sono pronti, per me possiamo fare anche un vertice al giorno".

Salvini e Di Maio – Nonostante lo scontro perenne, con il passare delle ore sia Salvini che Di Maio sembrano fiduciosi sulla possibilità di trovare un accordo sul decreto. "Cantieri sbloccati e appalti più semplici e veloci, la soluzione è a portata di mano. Sono fiducioso in un accordo positivo già oggi, l'Italia ha bisogno di opere pubbliche, semplificazione e investimenti", dice il leader del Carroccio.

Dello stesso tenore le dichiarazioni del pentastellato: "Sullo sblocca cantieri per ora arrivano buone notizie e siamo fiduciosi. Sono sicuro che si arriverà a una soluzione condivisa e di buon senso. Bisogna far ripartire il Paese, senza intoppi e lo vogliamo tutti. C'è un testo già condiviso e pronto per essere votato. Il M5S c'è e l'ho detto già ieri. L'unico obiettivo in questo momento è tornare a far correre l'Italia".

Di Maio, in un'intervista al 'Corriere della sera', inoltre ribadisce: "Nessuno vuole vivacchiare. Siamo la prima forza politica in Parlamento, abbiamo sempre dimostrato lealtà a questo governo. Vogliamo andare avanti per continuare a dare risposte agli italiani. Non c'è altro tempo da perdere. Le parole più belle sono i fatti – dice  – Il contratto è servito e serve proprio a questo, a trovare temi condivisi. Basta seguire il contratto e realizzare ogni singolo punto. Sapevamo di essere due forze politiche differenti ma siamo accomunati da un contratto che mette al primo posto solo provvedimenti che servono a rilanciare il Paese e tutelano i diritti dei cittadini". 

Giancarlo Giorgetti – Ieri sera era sceso pesantemente in campo, Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ipotizzando a breve la fine dell'avventura giallo-verde. Stando a quanto riporta oggi Repubblica, l'esponente di spicco della Lega, già molto critico prima delle elezioni europee, vede 'pioggia radioattiva' intorno all'esecutivo: "Perché se poi non piove grandine ma pioggia nucleare, radioattiva, hai voglia allora a farti ombrello. Non basta, l'ombrello si scioglie…".