Renzi: "Stucchevole chiacchiericcio di fondo, le priorità sono altre"

Il rimpasto c’è, ma non si deve vedere. Nella maggioranza il tema del cambio dei ministri circola già da qualche mese, dalla scorsa estate per l’esattezza, ma era finito in fretta e furia in naftalina appena la curva dei contagi ha ripreso pericolosamente a salire. Non è una sorpresa, dunque, che ora torni prepotentemente al centro del dibattito politico. Anche se le condizioni in cui versa l’Italia impongono di tenere i toni bassi e le luci dei riflettori lontanissime. Da luglio ad oggi, però, le cose devono essere cambiate davvero poco, agli occhi dei protagonisti della coalizione che spingevano per una ‘revisione’, se il dossier è stato riaperto.

Il punto di partenza è sempre lo stesso: ci sono settori chiave che non starebbero rendendo quando dovrebbero. E nel mirino tornano Nunzia Catalfo, Paola De Micheli, ma anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e la responsabile dell’Innovazione, Paola Pisano. Tutte donne, e ciò creerebbe non poco squilibrio per la parità di genere. La realtà che filtra da diversi ambienti di maggioranza, però, è un’altra: dei nomi circolati in queste ore quelli davvero a ‘rischio’ sarebbero soprattutto i titolari dei dicasteri di Lavoro e Trasporti, oltre all’Interno, dove Luciana Lamorgese potrebbe essere sostituita per far posto all’ingresso di un big della maggioranza. E qui i rumors tornano a insistere sul vice segretario del Pd, Andrea Orlando. Più difficile, invece, che Stefano Patuanelli lasci il Mise.

Del resto anche il dem Goffredo Bettini, anima molto ascoltata ai vertici del Nazareno, si augura “una ripartenza” una volta terminata l’emergenza Covid. Sollecitando soprattutto i leader a fare “un passo in avanti” per puntellare coalizione e governo, mettendo in sicurezza il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un pensiero che cozza, però, con quello del M5S. “Chi parla di rimpasto mi sembra fuori dalla realtà”, scrive infatti su Facebook il capo politico, Vito Crimi. Che alza un muro sui ministri del Movimento: “Non possiamo che essere orgogliosi dell’immenso lavoro che stanno svolgendo”, confermando la “piena fiducia” nel loro operato. Dunque, tra i Cinquestelle “nessuno è sacrificabile”.

Il messaggio agli alleati è chiarissimo. Anche se quello che da più fronti viene indicato come il più attivo sul fronte ‘rimpasto’, cioè Matteo Renzi, ai suoi fedelissimi di Italia viva consegna una riflessione diametralmente opposta, parlando di “stucchevole chiacchiericcio di fondo” mentre le priorità restano altre. Tre in particolare, indica l’ex premier: la distribuzione del vaccino da programmare per “evitare gli errori dei mesi scorsi”, la ripresa economica con un Recovery Plan che “deve essere un piano serio” con “un progetto che riguardi prima di tutto la sostenibilità, l’innovazione e il sociale” e, infine, “la centralità della scuola e dei luoghi della cultura”. Questo non significa che la squadra non possa cambiare. L’importante, per Conte e i leader della maggioranza, tutto avvenga in maniera rapida e (possibilmente) indolore.

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