Il premier a Porta a Porta, in onda mercoledì sera: "I progetti per il Recovery Fund sono ancora troppi, vanno sfoltiti"

Giuseppe Conte dice la sua dopo giorni di altissima tensione tra le forze di maggioranza. “Non dico che aria di crisi non c’è stata. Dico semplicemente che la crisi non è nelle mie mani. In questi giorni ho parlato poco, ho lasciato che parlassero altri in tv e sui giornali, ma ho sempre chiarito un concetto: si va avanti se c’è una fiducia, non astratta, da parte di ciascuna forza che sin qui ha sostenuto la maggioranza. Non una fiducia astratta e collettiva, ma di tutte le forze”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, intervenendo nel corso della registrazione della puntata di ‘Porta a Porta’ che andrà in onda questa sera su Rai1. “Se è cambiato qualcosa dopo gli incontri di ieri? Io ho dimostrato in mille occasioni che sono qui a lavorare per l’interesse del Paese. E’ l’unico mio obiettivo. Mi siedo attorno al tavolo su tutto, a me interessa trovare soluzioni nell’interesse del Paese però dico che qualsiasi altra proposta o modifica che non sia nell’interesse del Paese non mi riguarda”, ha spiegato il premier. 

Il premier ha parlato anche di un eventuale rimpasto. “Nel governo non è che ci sono giocatori titolari e una panchina pronta ad entrare. Se le forze politiche mi chiedono delle sostituzioni, di fare un rinnovamento della squadra se ne parla, si valuta a quali condizioni, se e perché. Peraltro ho fatto un incontro con le forze politiche e tutti mi hanno detto che non c’è questa una necessità. Se si presenterà questa necessità mi verrà detto e la valuteremo insieme”.

“Quando ho detto che ho una squadra di ottimi giocatori qualcuno si è offeso. E’ un’iperbole. Io non mi considero il migliore del mondo. Sono fungibile, sono sostituibilissimo. Ma è chiaro che dobbiamo portare rispetto a chi dall’inizio della pandemia ha affrontato delle sfide che nessuno ha mai affrontate prima. Lo ha fatto lavorando giorno e notte con profondo impegno. Poi possiamo valutare l’operato di tutti”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

Il dibattito sul Recovery Fund. “Le scelte politiche dobbiamo ancora compierle e si fa tutti insieme, attorno a un tavolo. Ma a mio avviso i progetti sono ancora troppi: dobbiamo sfoltirli, perché cercare di far troppo e male non serve. Dobbiamo concentrare per esprimere al meglio un indirizzo strategico. Di sicuro le percentuali restano, perché ci sono vincoli europei”, ha sottolineato Conte, sempre nel corso della registrazione della puntata di ‘Porta a porta’.

Gli investimenti nella sanità. “Negli incontri dei giorni scorsi fatti con le forze di maggioranza – ha affermato il capo del govenro – abbiamo già discusso degli stanziamenti nella bozza del Recovery per la salute. Si è detto che 9 miliardi sono pochi, ma ho invitato tutti a considerare che quando facciamo questi calcoli dobbiamo tenere conto del fatto che molti progetti sono trasversali. Quando ragioniamo sul capitolo dell’efficientamento degli edifici pubblici e degli ospedali ad esempio abbiamo altri 6 miliardi, e sulla digitalizzazione ce ne sono altri. Già adesso quindi stiamo parlando di più di 15 miliardi di partenza. Ho detto che sono disponibile a discutere se necessario anche di rinforzare gli investimenti per la sanità: continuiamo a lavorarci. C’è tutta la disponiblità”.

“Ai tavoli con le forze di maggioranza l’ho detto: questo non è il piano italiano di ripresa complessivo. Dobbiamo aggiungere 100 miliardi del Bilancio europeo, i fondi strutturali e le risorse già appostate in legge di Bilanci. All’incirca 300 miliardi, forse qualcosa in più, ma non ho fatto bene il calcolo”, ha dichiarato ancora il presidente del Consiglio.

Conte ha parlato anche del vaccino anti-covid e dell’obbligatorietà o meno della somministrazione. “Esiste un principio nel nostro sistema di valori costituzionali che è l’autodeterminazione. Perciò, qualsiasi trattamento profilattico deve essere nel segno della volontarietà”.

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