La conferenza stampa di fine anno del premier: "Su Recovery Plan urge sintesi politica, cdm i primi giorni di gennaio"

Giuseppe Conte si presenta davanti ai giornalisti a Palazzo Madama per la conferenza stampa di fine anno e assicura: “Nel governo abbiamo una prospettiva di fine legislatura“.

Il presidente del Consiglio ribadisce come il “prossimo passaggio urgente” sia il Recovery Plan e che il tempo stringe: “Ci sono stati incontri con i ministri Gualtieri e Amendola. Adesso dobbiamo fare sintesi politica che è urgente, va fatta nei prossimi giorni, non valgono i giorni di festa”, ha affermato Conte.

L’obiettivo del premier è un Consiglio dei ministri dopo i primi giorni di gennaio: “Dopo questa sintesi politica, ci sarà il cdm, poi bisognerà aprirsi al confronto con le parti sociali. Questa occasione è storica. Vorrei un cdm dopo i primi giorni di gennaio e poi aprire il confronto. I tempi sono a febbraio”, ha aggiunto nel corso della conferenza stampa di fine anno.

Conte ha inoltre assicurato di essere “perfettamente in sintonia con l’indirizzo politico della commissione della Von der Leyen”. “Abbiamo pochi giorni davanti, non possiamo permetterci di galleggiare – ha affermato il capo del governo. – Continuiamo a operare, dobbiamo confrontarci nel merito. Tutti saremo chiamati ad assumerci le rispettive responsabilità”.   

Sul Recovery “non va tutto bene”.  Conte ammette che la situazione non è certo rosea: “Io non ho detto che va tutto bene: non abbiamo ancora il documento finale, non abbiamo ancora la governance. Non va tutto bene. Dobbiamo affrettarci. Dobbiamo correre, abbiamo una grande responsabilità”.

“Abbiamo 52-54 progetti, manca sintesi politica”.  “Per il Recovery fund, dobbiamo elaborare un cronoprogramma, si è lavorato notte e giorno. Quello che sino a qui è mancato – ha spiegato ancora Conte – è la sintesi politica finale, dove è giusto che ciascuna forza politica esprima la sua visione nella selezione finale e nella distribuzione finale delle risorse. Bisogna scegliere. Secondo me 52-54 progetti sono ancora troppo numerosi. Bisogna concentrare ancora di più le risorse a disposizione su quei progetti che hanno attitudine a trasformare definitivamente nostro paese”, aggiunge il premier.

 Il presidente del Consiglio “non sfida nessuno”. Giuseppe Conte risponde così a chi lo sollecita sulla disponibilità di dare risposte alle critiche mosse dalle stesse forze di maggioranza al suo governo, andando in Parlamento. “Abbiamo parlato di fiducia e di credibilità. Per rafforzare questa fiducia e la credibilità del governo e della classe politica – ha assicurato Conte – bisogna agire in modo trasparente” ed in questo senso “il passaggio parlamentare è fondamentale. Conte ha poi ricordato quanto successo nell’agosto del 2019 all’epoca dell’apertura della crisi. “Ho evitato – ha detto – che una crisi di governo si consumasse nel chiuso di un appartamento” ed ha garantito: “Finché ci sarò io sarà sempre così, ci saranno sempre passaggi chiari”.

“Ultimatum non ammissibili”. Conte risponde anche a una domanda sulle critiche da parte di Matteo Renzi: “Ci sono due aspetti che non riesco a fare miei: uno sono gli ultimatum, che non appartengono al mio bagaglio culturale e politico. Credo che sia stato nell’ultimo discorso di Aldo Moro, e vorrei sottolineare le sue belle parole: gli ultimatum non sono ammissibili in politica, perché hanno il significato di far precipitare le cose e impedire di raggiungere soluzioni positive”. “Io sono per un dialogo, per il confronto, per trovare una sintesi superiore”, ha sottolineato Conte.

“Non voglio credere sia arrivi a crisi in questo scenario”. In merito alla crisi di governo che potrebbe accendersi nei prossimi giorni, il premier Conte è lapidario: “Io in questi scenari non mi ci metto. Se verrà meno la fiducia da parte di una forza di maggioranza, ci sarà un passaggio parlamentare dove ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Non voglio credere che in una scenario del genere si arrivi a una situazione del genere. Alla crisi”.

I vaccini anti Covid. “Entro gennaio in Italia dovremo avere 2.350.000 vaccini: oltre a quello di Pfizer arriverà anche un altro vaccino, quello di Moderna, perché l’Ema dovrebbe pronunciarsi entro i primi di gennaio”, ha annunciato il premier rispondendo ad una domanda di LaPresse, nel corso della conferenza stampa di fine anno.  

Secondo Conte il primo impatto significativo della campagna vaccinale dovrebbe aversi ad aprile, quando saranno vaccinati in teoria, 10-15 milioni di italiani. “Dobbiamo ringraziare le forze armate, abbiamo mobilitato tutte le nostre eccellenze. Secondo indicazioni esperti, il primo impatto significativo ci sarà a primavera inoltrata, ad aprile. Dobbiamo vaccinare 10-15 milioni di cittadini”, le parole del premier, il quale si dice pronto a fare anche subito il vaccino. “Ma – ha sottolineato –  cerchiamo di rispettare le priorità“. 

Il premier ha poi escluso una vaccinazione obbligatoria: “Confidiamo di poter avere una buona percentuale di popolazione su base facoltativa”, ha dichiarato Conte. 

Coronavirus nelle carceri. “Nel complesso la situazione della pandemia è sotto controllo: su circa 3mila detenuti ci sono stati meno di 850 casi e in ospedale solo 25”, ha riferito il presidente del Consiglio. “Le cautele adottate ci sono, abbiamo lavorato molto, il commissario Arcuri – ha aggiunto Conte – ha dato una mano per mettere a disposizione i materiali. I problemi più complessivi vanno inquadrati nel confronto con le classi politiche. C’è stato un alleggerimento, circa 2mila detenuti hanno beneficiato di alcune misure“. 

Scuola e trasporti: soluzioni flessibili, didattica mista al 50% per secondaria. “Abbiamo approfittato del mese di dicembre per compiere un ulteriore passo avanti, per dare una logica di massima flessibilità“, ha sottolineato il presidente del Consiglio. “Abbiamo coinvolto i prefetti – spiega Conte – che hanno lavorato con le amministrazioni centrali e periferiche per cercare di trovare una sintesi: non è possibile decongestionare i flussi che si creano anche intorno alla scuola se non si integrano comparti diversi. Le prefetture hanno dovuto trovare soluzioni flessibili, città per città, paese per paese, addirittura scuola per scuola”.

Conte non nasconde la difficoltà della situazione: “I trasporti sono uno dei problemi più critici, se manteniamo il distanziamento bisognerebbe quintuplicare la flotta. Abbiamo investito 3 miliardi per sostituire la flotta dei bus e 890 milioni per favorire noleggio dei mezzi privati. Tutte iniziative che vanno messe a terra a livello regionale”. Conte prosegue: “E’ una premessa necessaria per dire: auspico che il 7 gennaio le scuole secondaria di secondo grado possano ripartire con didattica integrata, cioè mista, al 50%. Non dobbiamo mettere a rischio nostri figli ma nemmeno insegnanti”, ha concluso il premier. 

Lavoro, a marzo “scenario preoccupante”. Giuseppe Conte parla anche della crisi economica: “Sono stati stanziati 5 miliardi con la legge di bilancio per consentire di far fronte con gli ammortizzatori sociali”. “E’ chiaro – ha proseguito il presidente del Consiglio – che la ministra sta già lavorando per lo scenario che dovremo affrontare dopo marzo. E’ molto preoccupante: fin qui la cintura di protezione sociale più o meno sta funzionando. E’ chiaro che dobbiamo continuare a lavorare per riforma ammortizzatori e riordino e per rendere più incisive le politiche del lavoro”. “Dobbiamo lavorare – ha continuato Conte – per non farci trovare impreparati. Abbiamo stanziato ulteriori risorse per gli indigenti, ma è chiaro che il mercato del lavoro si preannuncia critico“.  

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata