Matteo Renzi nel pomeriggio parlerà in conferenza stampa, annunciando il probabile addio del suo partito alla maggioranza
L’ok al maxi piano da quasi 223 miliardi alla fine è arrivato, ma per il governo i titoli di coda sembrano sempre più vicini. Al termine di una lunga e tesissima riunione notturna, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Recovery Plan, seppur con l’astensione delle ministre di Italia Viva. Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, titolari dei dicasteri di Agricoltura e Famiglia, potrebbero dimettersi già domani e durante la riunione dell’esecutivo “hanno riconoscono i passi fatti in avanti con la riformulazione del Pnrr”, ma hanno evidenziato come “rimangano troppe le criticità in un testo giudicato in drammatico ritardo sulle urgenze del Paese”. Iv è tornata a chiedere con insistenza l’utilizzo dei 36 miliardi del Mes, con la rinuncia ai fondi giudicata “del tutto incomprensibile”. Molto dura la replica di Giuseppe Conte, con il premier che, secondo quanto spiegano fonti di governo, ha replicato come “il Mes “non è ricompreso nel Next Generation” e quindi non è il Cdm “la sede per affrontare una discussione sul punto”.
Conte avrebbe anche invitato “a non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, perché, avrebbe aggiunto, si tratta di “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica”. “Io sono da sempre favorevole al suo utilizzo, ma non capisco cosa c’entra con l’approvazione o meno del Recovery plan. Dal punto di vista giuridico e procedurale sono due cose distinte”, avrebbe ribadito il titolare dell’Economia Roberto Gualtieri. Insomma, la crisi di governo ormai è ad un passo, con Iv che accusa anche l’esecutivo di ritardi sui ristori e sullo scostamento di bilancio, che dovrebbe essere votato in Cdm già questo giovedì. Dimissioni delle ministre in arrivo? “Dopo il Cdm mercoledì mattina decideremo e parleremo in conferenza stampa”, ha spiegato sibillino nella serata di martedì Matteo Renzi, sempre più plasticamente distante dal ‘suo’ premier.
Conte è pronto alla sfida e non sarebbe disponibile a passi indietro, forte ora anche dell’ok al Recovery, che vale 222,9 miliardi. Per digitalizzazione e cultura sono stanziati 46,18 miliardi. Per la rivoluzione verde 68,9 miliardi, per le infrastrutture 31,98 miliardi, per l’istruzione 28,49 miliardi, per l’inclusione e la coesione 27,62 miliardi e per la salute 19,72 miliardi. “Dopo l’approvazione del Cdm di stasera, il prossimo passo sarà migliorare il Piano insieme al Parlamento e con Regioni Enti Locali e parti sociali”, esulta il ministro degli Affari Europei Enzo Amendola in un tweet notturno, mentre Gualtieri rincara la dose: “È stato un gran lavoro, più importante d’ogni polemica”. Basterà a congelare (o scongiurare) la crisi di gennaio del Conte bis?
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