Concluse le comunicazioni del premier a Palazzo Madama Iniziata la discussione generale, 45 i senatori iscritti a parlare
Dopo la fiducia alla Camera ottenuta ieri con 321 sì, resa dei conti a Palazzo Madama per il presidente del Consiglio, nel più difficile passaggio in Senato.
Ultima replica del premier Conte prima del voto di fiducia che deciderà le sorti dell’esecutivo: “Occorrono investimenti economici strutturati, dobbiamo investire sul futuro e non possiamo farlo creando una crisi di governo o cercando di far cadere un governo”, ha detto il presidente del Consiglio. Poi l’attacco verso Italia Viva: “Non avete mai trovato le porte chiuse, avete scelto la strada più aggressiva, avete parlato fuori e non dentro”.
L’INTERVENTO DEL PREMIER CONTE IN SENATO – All’inizio del suo discorso il premier ha ricordato l’ex senatore Macaluso, scomparso a 96 anni. “Anche chi non ne ha condiviso le idee può convenire che sia stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”, ha dichiarato il presidente del Consiglio.
Il premier si è poi rivolto ai senatori. “Ancora oggi, dopo più di un anno, a riguardare quei ventinove punti programmatici, ravviso che nel progetto di Paese che abbiamo condiviso e delineato insieme, seppure in circostanze e condizioni complesse, c’era visione. C’era una forte spinta ideale. C’era un chiaro investimento di fiducia”, ha dichiarato il capo del governo che ha parlato dei difficili mesi che l’Italia ha affrontato e sta affrontando per via della pandemia: ” In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo – certamente anche con fatica – convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici”.
Un discorso, quello di Conte a Palazzo Madama, che ricalca in molti passaggi quello pronunciato ieri davanti all’aula della Camera. “Abbiamo operato sempre le scelte migliori? Abbiamo assunto sempre le decisioni più giuste?”, si è chiesto retoricamente il premier rispondendosi che “ciascuno esprimerà le proprie valutazioni”.
“Per parte mia – ha dichiarato Conte – posso dire che il Governo ha operato i delicati bilanciamenti degli interessi costituzionali di volta in volta coinvolti, con il massimo scrupolo e con la massima attenzione, nella consapevolezza delle conseguenze di immane portata che si sarebbero prodotte nella vita dei singoli e per il futuro della nostra comunità”.
Per quanto riguarda il Recovery, il premier ha sottolineato che fortemente “politica è stata la determinazione con la quale il Governo, primo fra tutti i governi europei, ha chiesto all’Unione di rispondere alla crisi in modo radicalmente diverso rispetto al passato e di farsi promotrice di politiche espansive, finanziate da strumenti di debito comune, orientate al raggiungimento di strategie condivise”.
Inevitabile il passaggio sul Dl Ristori. “Siamo consapevoli che occorrono risorse più cospicue, sarà il Parlamento a migliorare il provvedimento”, ha spiegato Conte che come spiegato alla Camera ha ribadito che i ristori del nuovo decreto saranno “proporzionali alle perdite subite”anche se non “sono sufficienti a compensare le perdite subite”.
“Le nostre energie dovrebbero essere tutte e sempre concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese“, ha spiegato ancora che “così, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate in contrappunti polemici e spesso sterili, del tutto incomprensibili rispetto a chi ogni giorno si misura con la paura della malattia, con lo spettro dell’impoverimento, con il disagio sociale anche psicologico, con l’angoscia del futuro”. Secondo il capo di Palazzo Chigi “con questa crisi la classe politica tutta rischia di perdere il contatto con la realta’. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase?”.
“Confesso di avvertire un certo disagio: non sono qui per annunciare nuove misure o presentare la bozza aggiornata del recovery plan ma per parlare di una crisi di cui io stesso, lo confesso, non ravviso alcun fondamento”, ha dichiarato Conte spiegando che negli ultimi ci sono state “continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza”. “Di qui le accuse al governo e a me stesso a un tempo di immobilismo e di correre troppo, di accentrare i poteri e di non avere il coraggio di decidere”, ha aggiunto Conte che ha poi dichiarato: “Vi assicuro che è difficile, è complicato, governare con chi dissemina mine e assicurare l’equilibrio tra le forze di maggioranza”.
Un momento politico su cui Conte non ha dubbi. “Adesso bisogna voltar pagina”, ripete Conte facendo eco a quanto già dichiarato ai deputati: “Questo Paese merita un governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini e per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale e una incisiva ripresa della nostra economia”. E parlando di lavoro ha spiegato che “occorre introdurre una riforma che valga a razionalizzare il sistema degli ammortizzatori sociali e solide proposte di politiche attive del lavoro; Marzo è già domani e sapete che la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti vale fino alla fine di marzo”.
“Ho indicato all’inizio il carattere politico delle scelte assunte, la politica è la più nobile delle arti e dei saperi, se declinata nel giusto spirito per risolvere i conflitti della società, per ricomporre i conflitti, per raccogliere istanze che rischiano di rimanere ai margini, afone, con il rischio di tradursi in rabbia. Abbiamo urgenza di politica, perché solo la politica può evitare che il malessere diventi contrapposizione e contribuire invece affinché trasformi questo malessere in qualcosa di positivo”.
“Questo è un passaggio fondamentale della vista istituzionale del nostro Paese”, ha detto ancora chiedendo “un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico. Certo i numeri sono importanti, oggi lo sono ancor di più”, detto ancora il premier che ha poi aggiunto: “Costruiamo questo nuovo vincolo politico, rivolto alle forze parlamentari che hanno sostenuto con lealtà il Governo e aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia. Io sono disposto a fare la mia parte”.
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