Continua la ricerca di volenterosi che rafforzino la maggioranza. Berlusconi: "Una paralisi di due mesi per le elezioni farebbe meno danni rispetto ad una paralisi di due anni di non-governo"

Prendere tempo e continuare l’operazione ‘Volenterosi’. La linea del governo passa da uno slittamento di 24 ore (giovedì prossimo e non più mercoledì) della relazione del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, sulla giustizia. Almeno in Senato, dove i numeri sono troppo risicati, per non dire negativi, e il rischio concreto di “andare a sbattere” – per usare le parole di Andrea Orlando – c’è. La creazione di quella quarta gamba che metta al sicuro la maggioranza sta procedendo con troppa lentezza e, a dispetto dell’ottimismo che filtra tra Palazzo Chigi e i Palazzi della politica romana, il suggerimento del vice segretario del Pd è di quelli di cui tenere conto. In Parlamento “si discuterà della politica sulla giustizia fatta nei mesi scorsi” e “su quel tema non solo è difficile realizzare l’allargamento, ma addirittura tenere i voti che sono arrivati al Senato”. Quindi ci vuole “un’iniziativa politica del governo, e del ministro Bonafede, perché si dia il segnale di un fatto nuovo”.

L’incubo si chiama elezioni anticipate. La possibilità è concreta, anche se off the record nessuno sembra voler arrivare alla soluzione estrema. Lo schema che in molti, tra i parlamentari di maggioranza, immaginano è di riallacciare i fili del rapporto con Italia viva. Ma oltre al muro alzato dai vertici Cinquestelle, c’è anche quello della segreteria nazionale dem. La linea, ribadita dallo stesso Orlando, ma anche da Goffredo Bettini, è che non si può tornare a trattare con chi voleva ammazzare il Pd. “La politica non esclude nessuna verifica, ma la ritengo una strada sbagliata, ci metterebbe ancora di più nei guai”, sentenzia l’ex eurodeputato, uomo di sostanza nella war room del leader, Nicola Zingaretti. Che fa un passo oltre: “Renzi è una garanzia di instabilità della politica”.

Ecco dunque farsi largo il ricorso alle urne. Che “non sono un ‘colpo di Stato’, ma l’ultima risorsa della democrazia”, sottolinea sempre Bettini. Specificando che si tratta dell’ultima chance: “Se non ci sono più strade, allora si torna ai cittadini”, anche se nelle condizioni in cui si trova l’Italia sarebbe una “sciagura”. Le forze di maggioranza, allora, le proveranno tutte prima di alzare banidera bianca. In questo contesto si inserisce l’appello del ministro degli Affari Ue, Francesco Boccia: “Io spero che i parlamentari di Italia viva, eletti dal e nel Pd, di fronte al bivio di un voto con noi o con Salvini e Meloni scelgano il Pd”. Sirene che non attraggono, però, Daniela Sbrollini, che sceglie di restare con Renzi e chiede che sia messo agli atti: “Non mi è mai passato per la testa di cambiare casacca”.

A tifare per l’impasse è ovviamente il centrodestra. E anche se resta sul tavolo la proposta lanciata da Mara Carfagna di un “governo di salvezza nazionale”, la coalizione sembra orientata a battere la strada che porta ai seggi. Dopo Giorgia Meloni e Matteo Salvini, pure il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, si accoda agli alleati: “Una paralisi di due mesi per le elezioni farebbe meno danni rispetto ad una paralisi di due anni di non-governo”. Il premier, Giuseppe Conte, intanto aspetta le risposte dai suoi pontieri. Forte dell’appoggio dei principali partiti della sua maggioranza. Anche se la politica insegna a dormire con un occhio chiuso e uno aperto. Sempre.

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