Dopo Casellati e Fico, Mattarella vede i partiti . "Siamo tutti al lavoro per il bene del Paese", ha detto il presidente della Camera
I provvedimenti urgenti di cui si dovrà occupare il Parlamento – soprattutto quelli necessari per fronteggiare la pandemia – ma anche gli equilibri secondo i quali si muovono deputati e senatori in vista di una maggioranza, ricomposta o nuova che sia. Si sono aperte ieri al Quirinale le consultazioni del capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo le dimissioni del premier Giuseppe Conte, e non potevano che essere segnate dal Coronavirus. Pochi giornalisti – tutti provvisti dell’esito negativo del tampone da mostrare prima di varcare la soglia del palazzo – distanziati, con mascherina e seduti nel salone delle Feste anziché nella più conosciuta Sala della Loggia, chiusa per restauro. La location è raffinata, è quella dedicata al giuramento di nuovo governo, manca però la famosa porta, quella davanti alla quale si consumano le attesa di cronisti e operatori, mentre dietro si analizzano le strade per uscire dalla crisi.
E proprio l’inedita cornice delle consultazioni permette all’inquilino del Colle un fuori programma. Nel passaggio verso gli studi dedicati ai colloqui (quella degli Arazzi di Lille e quella del Bronzino, che verranno usati in modo alternato per permettere la sanificazione di ognuna al termine di ogni incontro) Mattarella si ferma a salutare i giornalisti: “Ne approfitto per augurarvi buon lavoro, è una situazione particolare ma siamo nel Salone delle feste”, dice cercando di allentare la tensione dell’avvio delle consultazioni. Il primo giorno al Quirinale si apre con il faccia a faccia del capo dello Stato con i due presidenti delle Camere, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Trenta minuti ognuno, con l’abbandono del palazzo, come è consuetudine, senza rilasciare dichiarazioni politiche. Solo la terza carica dello Stato si concede ai microfoni per augurare buon lavoro alla stampa e per lanciare un messaggio agli italiani: “Siamo tutti al lavoro per il bene del Paese”.
Il colloquio con Casellati, viene riferito, è stato “fitto”, quello più delicato, tuttavia, resta proprio il vis a vis con Fico. Il presidente della Camera è uno degli esponenti M5S, il più tormentato in questa crisi e quello che ha più da perdere: il premier in quota pentastellata. In questo primo giro di consultazioni sul tavolo, di fatto, è stata valutata la consistenza e solidità di un eventuale Conte ter. Non è un caso infatti che dopo le dimissioni l’avvocato pugliese si è fermato nello studio di Fico alla Camera per oltre un’ora. Rituale anche la telefonata al presidente emerito Giorgio Napolitano, che già nelle scorse consultazioni non era riuscito a salire al Colle.
E oggi si entrerà nel vivo in quella che comunemente si conosce come fase politica delle consultazioni. Gli occhi sono puntati sul pomeriggio quando saliranno al Quirinale Leu, Italia Viva e Partito democratico. L’attenzione è ovviamente rivolta a Matteo Renzi, che guiderà la delegazione di Iv, la stessa che ha dato il via alla crisi, ritirando due ministre e un sottosegretario dall’esecutivo. Mattarella cercherà di capire quali sono le vere intenzioni dell’ex premier, che non dovrebbe fare un nome, se c’è quindi la possibilità di ricucire ed eventualmente trovare un accordo programmatico superando i veti per dare al Paese un esecutivo e di ampio respiro. Capace di arrivare a fine legislatura.
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