I renziani, prima di arrivare ai nomi (anche su quello il confronto "sarà molto duro") mettono sul tavolo le 'condizioni' per fare ancora parte della maggioranza. Ecco i principali punti.

“A 161 in Senato senza Renzi non ci arriviamo, quindi è normale che adesso lui alzerà il prezzo”. A palazzo Madama è appena stato approvato con 145 voti favorevoli e 112 contrari il decreto Natale e nei capannelli in Transatlantico è questo il punto di partenza da cui muovono le trattative. “Il gruppo dei Responsabili c’è, dà stabilità, ma non allarga la maggioranza, quindi adesso dobbiamo aspettare Italia viva”, è la consapevolezza.

I renziani, prima di arrivare ai nomi (anche su quello il confronto “sarà molto duro”) mettono sul tavolo le ‘condizioni’ per fare ancora parte della maggioranza. Ecco i principali punti.

RECOVERY PLAN – Il Pnrr, per i renziani, “non è ancora all’altezza”. Va scritto come chiedono l’Europa e le parti sociali, con riforme vere e strutturali, con effetti sulla crescita. “Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte?”, insiste Renzi, che chiede di sapere come sarà strutturata la Governance che gestirà i progetti finanziati con i 209 miliardi.

GIUSTIZIA – Renzi ha fatto e farà del garantismo una delle bandiere di Italia viva, in contrasto con le politiche “giustizialiste” del Guardasigilli Alfonso Bonafede. Da rivedere la riforma che annulla la prescrizione, all’interno della riforma del processo penale. Non è da escludere poi, secondo i ben informati, che sul tavolo delle trattative l’ex premier metta anche la ‘testa’ di Bonafede.

SCUOLA – Far tornare alla didattica in presenza gli studenti delle scuole secondarie superiori, vaccinando professori e personale scolastico e facendo i tamponi ai ragazzi, è la proposta avanzata a più riprese da Iv.

VACCINI – “Dobbiamo chiamare l’esercito”, era l’idea di Renzi prima che la campagna nazionale partisse. Adesso il leader di Iv chiede un “cambio di passo” nella gestione dei vaccini, mettendo nel mirino ‘superman’ Arcuri: “La struttura del Commissario mostra evidenti ritardi – è l’attacco – come già era accaduto per le mascherine, per i tamponi, per i banchi a rotelle”.

MES – Nel Recovery plan gli investimenti sulla sanità sono passati da 9 a 18 miliardi, ma per Iv “non sono accettabili no ideologici” sulla linea di credito da destinare al sistema sanitario nazionale.

PIANO SHOCK – Sbloccare i cantieri e le infrastrutture, con un accento particolare sull’alta velocità e non dimenticando (anche se al di fuori del Recovery) il Ponte sullo Stretto di Messina. Mancano ancora diversi nomi alla lista dei 30 commissari per le 58 opere da realizzare o completare.

AUTOSTRADE – La risoluzione del dossier farà parte delle trattative.
“Dopo due anni e mezzo di battage mediatico possiamo dire che l’annunciata revoca è servita più a ottenere il consenso sui social che a cambiare le cose?” si legge nella lettera inviata da Renzi a Conte lo scorso 16 dicembre.

SUPERBONUS & REDDITO DI CITTADINANZA – Italia viva è da sempre contraria a queste due misure, molto care invece al M5S. “La quantità di denari per il superbonus 110% è eccessiva e immotivata. Spendere per il superbonus più di quanto si spenda per ospedali, carceri, case popolari, scuole è moralmente ingiusto e politicamente sbagliato”, si legge nella lettera inviata da renziani a Roberto Gualtieri. Più posti e meno sussidi, invece, la richiesta che riguarda le politiche per il lavoro. Il reddito di cittadinanza ha contribuito a ridurre la povertà assoluta dal 7 al 6,4%.
“Per sostenere che questa misura abbia abolito la povertà, bisogna prima abolire la matematica”, il giudizio.

SQUADRA – La delegazione di Iv non farà nomi né veti domani al Quirinali.
Se, però, è vero che non esistono preclusioni sul premier dimissionario, è anche vero che per i renziani “non c’è solo il suo nome per palazzo Chigi”.

Se si arriverà a un Conte Ter, in ogni caso, si riaprirà il capitolo rimpasto. Renzi ha più volte espresso a Conte la necessità di dare qualità allo squadra di Governo. Il leader – salvo sorprese – non entrerebbe a farne parte, ma preme perché la caratura politica dell’esecutivo acquisti peso specifico.

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