Da Forza Italia Tajani conferma la linea del Cav: "Si a un governo dei migliori"

Il ‘gran rifiuto’ di Matteo Salvini a Mario Draghi non ci sarà. Il leader della Lega, a poche ore dal colloquio con il premier incaricato a Montecitorio (l’appuntamento è fissato per sabato alle 11, ndr) cede alle pressioni del partito, in primis di Giancarlo Giorgetti e apre al governo con tutti dentro. “Non sono per le mezze misure: se sei dentro, sei dentro e dai una mano, ti prendi onori e oneri. Se stai fuori, stai fuori”, spiega alle telecamere di Sky, esplicitando la volontà di entrare nel prossimo esecutivo con tanto di ministeri assegnati. “A me piacerebbe che nel Governo ci fossero tutti – aggiunge – che in un momento come questo, in cui Mattarella ha chiesto di fare un passo avanti, si metta l’interesse del Paese davanti a quello dei partiti”. Un cambio di passo, proprio mentre Giorgia Meloni, appena uscita dal colloquio con Draghi, conferma che non voterà la fiducia, seppur non escludendo la strada dell’astensione. Il metro di giudizio, sottolinea la presidente di Fdi, si baserà sul tipo di esecutivo che l’ex presidente della Bce “configurerà”. Se davvero di alto profilo e non ostaggio della vecchia maggioranza, Fdi non alzerà le barricate, ma “darà una mano, senza chiedere qualcosa in cambio”.

Un via libera alle diverse anime che compongono il centrodestra, anche se Meloni avrebbe preferito – e non manca di ribadirlo – una posizione compatta e unitaria da parte di tutta la coalizione. Nelle sue parole non si registra, tuttavia, una chiusura a prescindere, anzi. L’ex ministro della Gioventù – la più convinta dei leader di centrodestra sulla necessità di tornare al voto – riconosce “l’autorevolezza” dell’uomo e spera che ci sia, nella squadra da lui guidata , “una sua visione”. E nei progetti di Draghi c’è anche un esecutivo di legislatura, non un ‘a tempo’ come Meloni avevano ipotizzato proprio nella Biblioteca di Montecitorio all’interessato.

Con il ‘sì’ senza se e senza ma di Forza Italia e la dichiarazione di non belligeranza di Fdi, la coalizione non si ricompatta, ma almeno non va in frantumi. Restano però le fratture all’interno sia del Carroccio che del partito azzurro, entrambi divisi e a rischio implosione. Se Salvini ha dovuto convenire sulla linea di Giorgetti, in molti in via Bellerio continuano a sostenere una posizione anti-europeista, anti-grillina e ritengono pericoloso mescolarsi in un governo dove molto probabilmente non si tratterà di immigrazione, viste le diversità di vedute. Salvini tuttavia lo dice chiaramente: “Chi sono io per dire tu no tu sì?”. Che risuona, dopo le parole di LeU, come “non sarò io a farmi da parte, ma voi a non volermi” per poi dire che la solita sinistra non ha permesso il governo di Mario Draghi.

L’esito delle consultazioni appare ancora lontano, Draghi farà un secondo giro di colloqui e sarà proprio in quel momento che si passerà, da parte del premier incaricato, dalla fase di ascolto a quella operativa. E’ per questo che Silvio Berlusconi oggi ha preferito non venire a Roma e rimanere in Provenza, a casa della figlia Marina. Il Cav ha comunicato a Draghi “in un lungo e cordiale colloquio telefonico” la sua indisponibilità anche per preservarsi da strapazzi e eventuali rischi di contagio. Ci sarà invece al secondo ‘faccia a faccia’, assicurano fonti vicine all’uomo di Arcore, quando si passerà dalle parole ai fatti. Nessun colpo di scena, anzi Antonio Tajani conferma la stima e la linea dettata ieri dal Cav. Ora bisognerà vedere con quale consistenza Forza Italia entrerà nell’era Draghi, c’è chi parla di 2 ministeri e qualche posto come sottosegretario. Attenzione però, rimarca il vice di Berlusconi: “Non si tratterà di una nuova maggioranza ma di un governo dei migliori”.

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