Oggi il premier incaricato incontra i big nel secondo giro di consultazioni

Ripresa economica, sanità, scuola, ambiente. Con il secondo giro di consultazioni di Mario Draghi si delinea il programma proposto dall’economista. La partita entrerà nel vivo oggi con i big. E se il Salvini della svolta europeista tenta di lanciare la sua agenda per aderire al progetto, dal ‘modello Bertolaso’ per i vaccini alla riapertura dei ristoranti serale, il M5s affida al voto su Rousseau la decisione sulla propria posizione, sperando così di ricompattare le varie anime del movimento.

Se nel primo giro di incontri l’ex Bce si era limitato a qualche osservazione, ascoltando per lo più idee e proposte dei partiti, ora che bisogna ‘arrivare al dunque’ scopre le carte sulla sua idea di programma. Sanità, innanzitutto: la campagna vaccinale deve entrare nel vivo a pieno ritmo per essere completata il prima possibile. E poi crescita economica: non è un mistero che i contributi a fondo perduto non facciano impazzire l’economista, che invece punta sugli investimenti. C’è il tema lavoro che per Draghi non può essere esautorato con bonus e ristori: il blocco dei licenziamenti scade a marzo e bisognerà tutelare le persone che non avranno un impiego. Dal precedente governo l’economista erediterà i 32 miliardi di nuovo scostamento di bilancio autorizzati dal parlamento per il quinto decreto ristori e non ancora spesi: starà al nuovo esecutivo decidere ora come spenderli

Il punto è che la ripresa ci sarà, Draghi ne è convinto e lo ha ripetuto ai suoi interlocutori avvertendoli però che sarà lenta e dunque nuovi contraccolpi della crisi economica sono inevitabili. Come contrastarli? Investendo su grandi infrastrutture che creano lavoro e sul turismo, risorsa del Paese mai sufficientemente sfruttata. Green economy e tutela dell’ambiente sono ugualmente al centro della linea d’azione. Ci sono i soldi del Recovery Plan, i 209 miliardi che Bruxelles erogherà in tranches a partire dalla fine di questo semestre. Ma prima bisognerà rimettere mano al piano di ripresa e resilienza su cui si è schiantato il Conte bis, e rispettare tutte le scadenze.

E ancora, la scuola: “i ragazzi hanno perso troppe lezioni, bisogna riorganizzare il calendario scolastico” ha osservato Draghi, come riferiscono i gruppi. Una delle idee sul tavolo, viene spiegato, è quello di allungare il periodo delle lezioni almeno fino al 30 giugno, così da recuperare un un po’ di didattica in presenza. E a proposito di didattica, il presidente incaricato ha richiamato l’attenzione sulle 10mila cattedre vacanti, puntando sulla necessità di trovare una soluzione al più presto, assumendo nuovi docenti.

La lista della cosa da fare è lunga. Ci sono tre riforme che attendono da tempo e che sono prioritarie per l’ex numero uno della Bce: Pa, giustizia e fisco”. Il tutto inserito in “una forte cornice europeista” e con un “chiaro richiamo all’atlantismo”, tanto che, viene riferito da Riccardo Nencini, “è arrivato a mettere sul tavolo la questione di un bilancio comune europeo”. In ogni caso il confronto è entrato nel vivo: dopo il giro ‘politico’ di consultazioni che si chiuderà martedì sera Draghi incontrerà ancora le parti sociali mercoledì mattina- i leader sindacali sono stati convocati alla Camera alle 12.45, prima dovrebbe esserci Confindustria e poi forse esponenti della società civile, per poi salire al Colle giovedì sera e giurare venerdì mattina.

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