Dopo anni di comunicazione strabordande tra social e interviste a raffica prevale la sobrietà dell'ex numero uno della Bce
Parola d’ordine: less is more. Dopo anni di comunicazione strasbordante tra dirette social, tweet, post di Facebook, foto su Instagram, interviste a raffica – e spesso pure in contraddizione – la politica, semplicemente, tace. Uscite pubbliche col contagocce per tutti. Interviste? La normale corsa per la ‘prima’ dei ministri è diventata la scalata dell’Everest. ‘Per ora no’, è la risposta più gettonata. Per dire, anche Renato Brunetta, normalmente piuttosto prolifico di dichiarazioni, è silente.
Ci sarebbe da preoccuparsi, se non fosse che l’andazzo dell’era Draghi è stato chiaro fin dal principio di quest’avventura, anche per chi non era avvezzo allo stile sobrio e asciutto dell’ex governatore. Una breve dichiarazione avuto il mandato da Mattarella, poi per giorni il nulla. Nulla durante le consultazioni, nulla nello sciogliere la riserva, nulla nemmeno nel presentare la sua squadra, se non l’elenco dei ministri. Nulla nemmeno il giorno del giuramento, del passaggio della campanella con Conte e del primo Cdm.
I profili social non ci sono mai stati e sembra assai improbabile che ci saranno: Draghi non li ama e del resto, se proprio dovessero servire, ci sono quelli di palazzo Chigi. Insomma, fino al giorno del discorso al Senato silenzio totale, e i cronisti assiepati tra palazzo Chigi, la residenza romana e quella di città della Pieve non hanno portato a casa altro che un laconico saluto. Anzi, una cosa l’ha detta, non ai giornalisti ma ai politici: ‘Si comunica solo quando si fanno le cose’, li ha avvertiti al termine del primo Cdm in cui in effetti non s’era fatto altro che un primo saluto e la nomina del sottosegretario Roberto Garofoli. Hanno obbedito praticamente tutti, non si sa se per timore dell’uomo o per spirito di emulazione. Per la serie: Ma vuoi vedere che davvero così mi si nota di più?
Per cui per giorni, ancora silenzio. Ancora un segnale del cambio di passo: Draghi ha parlato lungamente, circa 50 minuti, a palazzo Madama. Ma alla Camera ha solo consegnato il testo, senza ripetersi come invece faceva Giuseppe Conte. E a proposito di testi, lo stile Bankitalia si vede eccome. Passi per quello alle Camera, ma il primo intervento pubblico, all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, è stato più tecnico, più stringato e con meno concessioni alla retorica di quello a cui si era abituati. Uno stile più ostico che sicuramente costringe all’attenzione. E che divide tra chi guarda con timore a questo nuovo corso, e chi sospira: ‘Menomale, va, che parli di meno’.
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