Romano, classe 1964, Giannini si è laureato in giurisprudenza alla Sapienza ed è entrato in polizia nel 1989

Super esperto di lotta al terrorismo, in polizia da più di trent’anni, Lamberto Giannini è considerato vicinissimo a Franco Gabrielli di cui era diventato il braccio destro a fine 2020. Il suo nome era dunque stato indicato sin dall’addio di Gabrielli – chiamato da Draghi a ricoprire la delicata delega ai Servizi – come favorito per il ruolo di capo della polizia.
Una scelta in linea con quella già applicata da Draghi di segnare sí la discontinuità con il governo precedente, ma senza intaccare l’operatività: il tempo e poco e non ce ne è abbastanza per imparare, dunque meglio indicare chi è già in linea con i dossier più importanti. E Giannini, che di Gabrielli era il vice, è sicuramente un nome in linea con questo schema.

Romano, classe 1964, Giannini si è laureato in giurisprudenza alla Sapienza ed è entrato in polizia nel 1989, frequentando il 74simo corso per vice-commissari presso l’istituto superiore di polizia. Da più di venticinque anni è impegnato nel contrasto all’eversione ed al terrorismo interno ed internazionale, arrivando giovanissimo a dirigere la Digos della Questura di Roma.

Nel 2013 è stato promosso dirigente superiore e poi la nomina a direttore del servizio centrale antiterrorismo, fino ad assumere, dal primo ottobre scorso, la guida della Direzione Centrale della polizia di Prevenzione e la Presidenza del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo – Casa. Il 1 marzo 2017 è stato nominato Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza permanendo nelle funzioni di Direttore Centrale della polizia di Prevenzione. Tra le operazioni di maggior rilievo da lui coordinate si segnalano gli arresti dei terroristi rossi che, tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, con gli omicidi del Professor D’Antona e del Professor Marco Biagi avevano ripreso la lotta armata in Italia nel nome delle Brigate Rosse; lo smantellamento di una cellula neo-brigatista che aveva posto in essere un grave attentato dinamitardo contro militari italiani ed aveva in animo di effettuare un attacco contro il vertice G8 in programma alla Maddalena, l’arresto nel 2005 a Roma di uno dei terroristi che, nel luglio di quell’anno, aveva tentato di farsi esplodere, insieme ad altri complici, nella metropolitana di Londra. Come Direttore del Servizio Centrale Antiterrorismo ha contribuito all’elaborazione della strategia nazionale di contrasto al fenomeno dei foreign fighters e ha coordinato l’arresto di numerosi jihadisti in partenza/ritorno dal teatro siro-iracheno. Il 1 marzo 2017 è stato nominato dirigente generale della polizia di Stato con la responsabilità della direzione centrale della polizia di prevenzione e presidente del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo. Nel 2019 è stato promosso prefetto e nel dicembre 2020 il Cdm, su proposta del ministro dell’Interno Lamorgese, lo ha nominato capo della Segreteria del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno.

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