Unire il Centrodestra in Europa. È questo l’obiettivo di Matteo Salvini, che da Cascais, in Portogallo, per il convegno del gruppo Id al Parlamento Ue, lancia la proposta: “È il momento di mettere insieme il meglio dei tre gruppi, Identità e Democrazia, Ecr e Ppe con Orban, per essere determinanti nel Parlamento europeo”. Il leader della Lega ci crede: “Possiamo osare, possiamo essere il primo partito, non il secondo. Un gruppo di almeno 130 parlamentari è importante”. Per “difendere l’idea di Europa che è stata tradita dalle elites, è una grande occasione”, insiste. Forte di una considerazione prima di tutto numerica, oltre che politica: “Se ciascuno rinunciasse alla propria bandierina per averne una comune saremmo il secondo eurogruppo, senza dimenticare il voto in Francia e Germania a breve”.
Salvini sogna il riscatto, pensando soprattutto all’opinione che si è generata in questi anni verso l’area sovranista: “Siamo sempre visti come quelli da mettere nell’angolino, ma abbiamo la grande possibilità e il dovere di mettere insieme le nostre famiglie, anche perché mi sembra che il Covid abbia svelato l’inefficienza delle elites burocratiche all’Ema, all’Onu e così via. Spero che il prossimo incontro sia in Italia, spero che nei conservatori e anche nei popolari europei c’è chi non si rassegna ai socialisti, ai verdi che difendono l’ambiente quando conviene”.
L’appello del segretario del Carroccio ci mette poco a rimbalzare anche in Italia, ma la risposta degli alleati non è forse quella che si aspettava. “In Italia il centrodestra è unito, con la Lega di Matteo Salvini collaboriamo lealmente e con ottimi risultati che gli italiani conoscono perfettamente. Questo modello, però, non è al momento replicabile in Ue dal momento che nel gruppo Id siedono anche forze politiche come Afp e il Front national che sono apertamente anti europeiste”, dice il coordinatore di FI e vice presidente del Partito popolare europeo, Antonio Tajani. Spiegando chiaramente che “per il Ppe è impossibile fare un gruppo con loro”, mentre “la collaborazione sui temi di cui parla Salvini è invece sempre possibile”. Ma “l’accordo vincente contro la sinistra è quello che portò alla mia elezione a presidente del Parlamento europeo tra Ppe, Conservatori e Liberali”.
Concetto corroborato anche dalle parole del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Roberto Occhiuto: “Non so in Europa, ma in Italia il centrodestra è già abbastanza unito e non ha bisogno di essere unificato”. Un’apertura la concede, invece, l’Udc. “Guardiamo con interesse la proposta di Salvini di unificare i gruppi parlamentari facenti riferimento all’area conservatrice e popolare in Europa”, dice infatti Lorenzo Cesa. Per il segretario nazionale “la pandemia ha reso tutti consapevoli del ruolo strategico che l’Unione europea svolge sul destino dei suoi cittadini e per affrontare e rendere più efficaci le risposte che si attendono gli europei è necessaria una maggiore sinergia nel campo del centrodestra europea. Un passo importante – spiega – per costruire una sintesi da riproporre in chiave domestica, magari in una ottica federativa”.
Non la pensa così Ignazio La Russa. Per il senatore di Fratelli d’Italia, infatti, la creazione di un’unica famiglia Ue “può darsi che non convenga”. Il vice presidente di Palazzo Madama, però, ritiene che “un maggior coordinamento è una buona idea”, perché “può rendere più omogenee le politiche dei partiti che si identificano nel centrodestra”, mentre “il gruppo unico, oggi, mi sembra un passo più lungo della gamba”. Il sasso lanciato da Salvini, comunque, è nello stagno.