Muro dei sindacati sui tamponi gratis

Per fare il ‘grande salto’ serve tempo. Il premier Mario Draghi è al lavoro sull’estensione dell’obbligo del green pass ai lavoratori del settore pubblico e privato, ma chiudere questo cerchio non è affatto semplice. Un solo articolo racchiuso in decreto legge potrebbe essere lo strumento da adottare, anche se sul tavolo- filtra da fonti ministeriali – ci sono diverse ipotesi ancora da esaminare.

Nessuna decisione è stata presa e soprattutto al momento non è stata ancora convocata la cabina di regia tanto meno il Consiglio dei ministri che, ormai per consuetudine, si tiene di giovedì. Diverse questioni sono da risolvere per chiudere il dossier e l’obiettivo di palazzo Chigi resta quello di approvare la nuova misura, dando il tempo alle categorie coinvolte di prenotare il vaccino (se si vorrà) e avere in tasca il certificato verde entro il 4 ottobre, quando entrerà in vigore l’estensione dell’obbligo per la Pubblica amministrazione e i privati.

Il tempo c’è per limare il provvedimento, anche se i passaggi istituzionali fossero rimandati alla prossima settimana: cabina di regia, confronto con le Regioni poi, per finalizzare il tutto in Cdm. Non è tuttavia lo strumento da adottare lo scoglio da superare, piuttosto il muro issato da Confindustria e sindacati sulla gratuità dei tamponi per i lavoratori. “Per noi la priorità è quello di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro: dunque per noi è fondamentale che il governo decida per un green pass obbligatorio in azienda. E su questo mi sembra di capire che possa esserci una convergenza: ma se il governo lo adotta, e nel momento in cui le parti sociali dovessero essere d’accordo, credo che il governo debba pensare ad un intervento sociale per pagare i tamponi”, ha ribadito ieri il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi. Stessa linea i sindacati che non hanno mai avuto preclusioni sull’estensione del certificato, pur preferendo l’obbligo per legge, ma non intendono cedere sulla gratuità del test. “Governo e Parlamento si assumano la responsabilità’ politica di prevedere l’obbligo vaccinale per tutti, obbligo previsto allo Stato solo per il personale sanitario, per evitare di produrre nei fatti divisioni nei luoghi di lavoro”, rincara Maurizio Landini. Il segretario della Cgil ieri ha incontrato il premier per invitarlo all’iniziativa sindacale che si terrà a fine settembre. Non escluso che si sia discusso di attualità, fermo restando che da fonti sindacali ci si aspetta un invito da parte di Draghi prima che si dia il via libera alla misura.

Il fronte comune, insomma, deve essere ammorbidito, perché non va verso la via indicata: incentivare la vaccinazione, con l’uso del green pass, dando una ‘scossa’ a quella fascia di età – quella tra i 50 e i 60 – che ancora ha basse le percentuali di immunizzazione. E’ infatti quella la categoria italiana più produttiva e che tuttavia fa fatica a farsi convincere dalla campagna vaccinale. E’ per questo che resta ferma la volontà del capo del governo di non concedere variazioni sul tema: i tamponi saranno gratuiti solo per le persone ‘esenti’ dal vaccino. Escluso – almeno per ora – che il certificato verde faccia il suo debutto sul trasporto pubblico locale, come spiegato dal ministro Enrico Giovannini: “Sul piano organizzativo non sarebbe gestibile”.

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